venerdì 22 agosto 2014

#Haul @MACcosmetics: lipstick, paintpot e eyeshadow. Swatches, review e prime impressioni.

E' passato quasi un mese dalla prima parte di questo piccolo haul, ma per mostrarvi cosa ho preso, ho aspettato che arrivasse l'ultimo pezzo.

Per chi ancora non lo sapesse, a Bari ha aperto MAC, in via Sparano (ha aspettato che lasciassi la città... NO COMMENT!!!), e non potevo non farci un salto, anche se è stato non programmato e velocissimo causa treno.
L'ultimo prodotto era esaurito in negozio, ma mi era piaciuto così tanto che approfittando delle spese di spedizione gratuite ho piazzato un ordine che c'ha messo quindici giorni ad arrivare e nemmeno chiamando il numero verde riuscivo ad avere informazioni sul perché stesse tardando così tanto. "PROBABILMENTE il corriere in Germania è in ferie"... ok, e mettere un avviso?
Ma, si sa, lo store on line del brand è il male, quindi quando faccio un ordine mi metto l'anima in pace e aspetto.

Ma veniamo alla parte succulenta:


Ovviamente, quando sono entrata in negozio, ho adocchiato immediatamente l'espositore dei rossetti. Ero convinta di prendere Relentlessly Red ma davanti a Pink Pigeon sono rimasta incantata.
Per la prima volta ho chiesto di poterlo provare, non ero convinta mi stesse troppo bene, ma anche se avevo un trucco dai toni molto caldi che ci faceva praticamente a pugni, l'effetto mi è piaciuto moltissimo e l'ho preso.
E' stato il mio rossetto dell'estate!



MAC lo definisce "bright cleanest pink", è un rosa/fucsia brillante in base blu dal finish matte.
Di agevole applicazione, rilascia un colore pieno ed uniforme alla prima passata. Col passare del tempo rimane molto confortevole sulle labbra e dura tantissimo: intatto per sei ore, bevendo e spiluccando qualcosa, sbiadisce leggermente dopo un pasto completo. La sua performance, su di me, è del tutto simile a quella di Russian Red, compare per finish.

Dalle foto, purtroppo, sembra molto meno acceso e decisamente più caldo di quello che è. Questi sono gli swatches, indoor ed outdoor e la comparazione con altri fucsia famosi di MAC:



A destra potete vedere Pink Pigeon (lo swatch almeno è fedelissimo), procedendo verso sinistra abbiamo Flat Out Fabulous, più cupo e decisamente più opaco. Girl About Town, meno freddo e più morbido e luminoso. Impassioned decisamente più caldo e con lo stesso finish di GAT.

Ve lo avevo mostrato indossato sulla pagina Facebook del blog:


Era da tempo che facevo la corte ad un ombretto della linea mineralize, lo Young Punk:


che, ovviamente, non c'era... E allora ho preso lui, Cinderfella:



Questo ombretto è un cielo stellato. E' semplicemente meraviglioso! La consistenza è morbidissima, ha pochissimo fall-out ed è molto pigmentato già da asciutto. Negli swatches potete vedere un'unica passata senza base:



 L'ho utilizzato due volte: la prima volta su tutta la palpebra mobile, sempre asciutto, e mi è durato intatto tutta la serata, la seconda volta, come eyeliner, miscelato con il Duraline di Inglot, ed è uscita una roba spettacolare, che sicuramente vi mostrerò al più presto, perché ho intenzione di rifarlo.

Infine, guardando e swatchando i vari paint pot, sono rimasta abbagliata da Let's Skate, "rosa pallido perlato" secondo il sito, che è l'ombretto che ho preso poi on line.


Più che pallido lo definirei lattiginoso e con una miriade di micro glitter dorati



Essendomi arrivato ieri, non posso dirvi molto su questo prodotto, ma vi terrò aggiornati e sicuramente ve lo mostrerò in qualche "trucco del giorno".
Dallo swatch fatto, mi è sembrato simile agli altri paint pot che possiedo, Bare Study ed Imaginary, e mi si è fissato subito sulla pelle. Non vedo l'ora di utilizzarlo.

Con questo è tutto, alla prossima,


giovedì 14 agosto 2014

Recensione Hawaiian Tropic Silk Hydration Protective and After Sun Lotion + regalino per voi!

Sono iscritta a trnd da prima che aprissi il blog ed è un programma che mi piace moltissimo.
 Chi non sapesse di cosa si tratta, può cliccare QUI.
In breve posso dire che trnd è un programma che mette al centro della campagna il cliente, che riceve un quantità di prodotto sufficiente per farlo provare ad amici, parenti e conoscenti.
Le altre campagne per cui sono stata selezionata in passato, non riguardavano prodotti della sfera beauty, ma questa volta sono stata selezionata per provare una protezione solare ed un doposole che guardo con curiosità già da tempo e che sto usando ormai da un paio di mesi.

Si tratta del Silk Hydration Protective Sun Lotion spf 15 
e dell'After Sun Hydrating Lotion di Hawaiian Tropic.


La gamma dei prodotti del marchio è decisamente vasta (anche se purtroppo l'ho vista raramente nei punti vendita della mia zona, se non nei grandi ipermercati e nemmeno al completo):


Oltre a lozioni idratanti protettive, con un spf che va da 8 a 50+, ci sono anche oli abbronzanti (che io rifuggo senza nemmeno pensarci due volte) privi di protezione o con protezione molto bassa: 2 o 8. Importantissimo proteggere anche le labbra, dai dannosi effetti dei raggi UV e possiamo farlo con golosi gloss in tubetto, protezione 25. Dopo l'esposizione, dobbiamo continuare a prenderci cura della nostra pelle, con lozioni idratanti e lenitive, e qui c'è davvero l'imbarazzo della scelta: gel rinfrescante, burro corpo, crema e lozione che promettono un'idratazione prolungata fino a 24 ore.

Come potete vedere, ho avuto modo di testare e di far testare un'ingente quantità di prodotto, che ho distribuito ad amici, parenti e conoscenti , che hanno avuto modo di provarlo anche meglio di me.

I feedback che ho ricevuto sono stati quasi tutti positivi. L'entusiasmo maggiore lo hanno mostrato le amiche, che ne hanno adorato l'odore e la consistenza, mentre qualcuno, soprattutto rappresentanti del genere maschile, non hanno gradito particolarmente il profumo, decisamente forte.

Le esperienze di cui vi parlerò più approfonditamente sono la mia e quella di mia madre, che ne abbiamo fatto un uso molto diverso.

Ad oggi, 14 Agosto, non ho ancora visto il mare, ed è la prima volta in... molti anni di vita. Se considerate che ho la spiaggia a dieci minuti di macchina, potete immaginare quanto la cosa sia anomala. E' che non ne ho la minima voglia e, soprattutto, voglio aspettare che torni il mio fidanzato dall'Afghanistan, per le tante agognate ferie. Siamo a - 12... ce la posso fare!


Per cosa ho usato allora una protezione solare?

Qui, nel profondo sud, il sole brucia anche se esci di casa per cinque minuti e, considerando che nel mese di Giugno ho dovuto passare diverso tempo fuori casa e considerando che fino a qualche giorno fa sono andata a camminare almeno tre volte alla settimana, una protezione era indispensabile.

La prima cosa che colpisce della lozione Hawaiian Tropic è l'odore. Non esagero se dico che profuma d'estate, di spiagge esotiche, di cocktail alla frutta, ed è un profumo persistente e delizioso. Se non lo avete mai sentito e vi piacciono le profumazioni dolci e fruttate, allora fatelo!

La consistenza è morbidissima e fluida e rende l'applicazione veloce e piacevole. Non lascia assolutamente la scia bianca e si assorbe molto velocemente, lasciando la pelle morbidissima, ma soprattutto asciutta. Perché se c'è una cosa che odio, soprattutto al mare, è avere la pelle unta e appiccicosa. Probabilmente grazie a lei non dovrò inseguire il mio fidanzato per spalmargliela appena potremo andare al mare.

Nonostante il fattore di protezione sia basso, troppo basso per me, che ho una pelle chiara, non ho avuto alcun problema e, soprattutto, non mi si è formato quell'antiestetico stacco sul braccio per la manica della t-shirt.

Ma veniamo a mia madre... Lei non usa MAI la protezione solare e, puntualmente, ogni estate, si ustiona, a volte anche gravemente. Tutto ciò non la frena assolutamente e persiste ad esporsi ungendosi con oli di dubbia composizione, per poi lamentarsi in inverno della comparsa di rughe e macchie.
Non potete immaginare quanto la cosa sia esasperante!
Beh, per la prima volta, quest'anno, non si è scottata, ma anzi, una volta finito il campioncino che le avevo dato, è andata ad acquistare la full size. Io ero sbalordita.
La cosa che l'ha invogliata all'utilizzo, oltre al profumo ed al fatto che si assorbisse subito, è stata la sensazione di pelle morbida e liscia per tutto il giorno, anche dopo la doccia, anche senza applicare il doposole. Ah, lei adesso è nera (ma parte da un tono di pelle più scuro del mio).


Se la protezione solare ha un profumo delizioso, quello del doposole, al cocco e papaya, è paradisiaco e crea dipendenza.
La consistenza è leggermente più densa rispetto alla lozione, ma si stende ugualmente bene e si assorbe all'istante.
La pelle è subito morbida e lenita e se lo usate prima di andare a letto, vi ritroverete con le lenzuola profumatissime.

Per entrambi i prodotti, avevo un certo timore ad utilizzarli su spalle e schiena, perché in questo periodo è una zona molto problematica, ma, per fortuna, non ho avuto alcuna reazione strana.

Dalle mie parti la reperibilità non è eccezionale, ma probabilmente in altre zone non avrete problemi a reperire l'intera linea.
I prezzi sono decisamente accessibili ed in alcuni ipermercati ho visto spesso promozioni convenienti.

Per me, la promozione è assolutamente scontata.

Per completezza, questi sono gli INCI di entrambi i prodotti:




Se siete arrivate fino alla fine, vi meritate un premio!

Ho conservato per voi cinque bustine di lozione idratante protettiva, per una quantità totale di prodotto pari a 40ml. Se vi fa piacere riceverle, lasciate un commento qui sotto e, tra una settimana, procederò con l'estrazione.

Voi conoscevate questi solari?
Ce n'è uno che utilizzate e ricomprate regolarmente?

Con questo è tutto, alla prossima!

Buon Ferragosto,


lunedì 11 agosto 2014

Una Nota di Colore #10: Nightmare, Avenged Sevenfold

Musica è arte, musica è vita, musica è colore.

La musica può essere il filo invisibile che lega le persone, che consente loro di scoprire e di scoprirsi.
Può essere confronto, accordo e disaccordo.

La musica è storia ma anche moda, insegnamento e intrattenimento.

"Musica" è la parola chiave di questa nuova collaborazione, che vede, di nuovo, affiancato MikiInThePinkLand a LA is My Dream.


"Una nota di colore" è il nostro modo di raccontarvi qualcosa di noi, un modo per conoscerci e per farci conoscere. Una sorta di "get ready with me" che tanto va in voga su YouTube, con la differenza che il risultato finale è dettato unicamente dalla musica.

In questi dodici appuntamenti mensili, vogliamo fare un viaggio alla scoperta dei nostri album preferiti, raccontarveli, condividere con voi il ruolo che essi hanno o hanno avuto nella nostra vita e, ad ogni album, abbineremo un trucco e vi mostreremo i prodotti utilizzati.

Spero che l'idea vi piaccia come è piaciuta a noi, che la coltiviamo ed elaboriamo da oltre un anno.


Ogni secondo lunedì del mese, quindi, vi aspettiamo qui a cantare e truccarvi con noi!

Ci avviamo verso la fine di questa rubrica ed è triste ed esaltante allo stesso tempo, perché io e Patty ci abbiamo messo davvero tutte noi stesse, cercando di esprimere e condividere con voi le emozioni provate, ascoltando i nostri album preferiti.

Il post di oggi ha un significato speciale per me, sia per il gruppo di cui si parlerà, ma soprattutto perché a parlarvene non sarò io. Autore e ospite oggi è il mio meraviglioso fidanzato, Tony, che ha accolto (non senza opporre taaaante, troppe obiezioni) il mio invito a parlarvi di uno degli album più belli che esistano sulla faccia della terra musicale.
Nightmare, degli Avenged Sevenfold, è riuscito ad abbattere stupidi pregiudizi che avevo nei confronti di questa band, che piaceva tanto al mio fidanzato, ma che non mi ero mai preoccupata di conoscere meglio. "I soliti urlatori da strapazzo, no, non mi piacciono". Eh, lo so, l'ottusaggine è una brutta bestia.
Ma poi l'ho fatto, l'ho ascoltato... e non posso far altro che dire GRAZIE a Tony.

E adesso passo la parola a lui... Buona lettura e buon ascolto.

Metti un pomeriggio a casa di amici a parlare di musica. Metti che il padrone di casa - chitarrista - mi sfida a “GUITAR HERO“ ed io - batterista - accetto senza esitare. Cominciamo, tra risate e riff di Iron Maiden e AC/DC. Poi, un' intro… Violini, una melodia che sale piano e poi esplode. BOOOM! Due chitarre, un basso e una batteria che mi travolgono come un uragano. Comincia questa canzone, che mi piace talmente tanto da farmi scordare anche della sfida. Rimango ad ascoltarla così come sono, in piedi, immobile come un manichino col mio amico che mi riempie di pizzicotti perché ho smesso di “suonare”.
Finisce il pomeriggio, finisce la sfida, ovviamente ho perso, ma chi se ne frega, nelle orecchie risuona ancora quella melodia, batte ancora quella batteria che mi ha ipnotizzato… 
Saluto e torno a casa.
Decido di cercarla su youtube. Non può perdersi nel dimenticatoio, deve essere mia. Allora scrivo le prime lettere di quel gruppo strano, mai sentito: “ Aveng…” Eccola qui, tra i primi risultati: Avenged Sevenfold – “AFTERLIFE”

Da quel momento gli Avenged Sevenfold, californiani di Huntington Beach, sono diventati una vera e propria ossessione. Le chitarre che alternano riff “infernali” a melodie dolcissime, il basso che sembra parlare, la voce del cantante che ti porta a chiederti “ma davvero una persona può fare queste cose con la voce?” e poi la batteria… la batteria


Il batterista degli AX7, così vengono abbreviati, è stato il mio idolo fin da subito. Sul palco per la tecnica, indiscussa e riconosciuta dalle maggiori riviste del settore musicale, fuori dal palco per la sua pazzia vera e propria. Jimmy “The Rev” Sullivan ha influenzato non poco il mio stile, la mia tecnica e devo a lui se oggi riesco a ruotare le bacchette tra le dita (ore e ore passate a guardare i suoi video e a darmi la bacchetta sui denti sono servite, devo dirlo XD). E così in poco tempo tutta la discografia degli AX7 è arrivata nel mio pc. 
Sounding the Seventh Trumpet, Waking the Fallen, City of Evil e Avenged Sevenfold (album omonimo) mi hanno accompagnato in qualsiasi momento del giorno e a volte anche della notte con volumi che spesso, lo ammetto, facevano battere il muro. O erano i vicini? Boh…
Un giorno, girovagando su internet, una notizia: 

"Gli Avenged Sevenfold lavorano al nuovo album" 

Non so esprimervi la mia felicità, in quel momento.

Qualche giorno dopo, precisamente il 29 Dicembre del 2009 leggo questo:

“ Morto The Rev, batterista degli Avenged Sevenfold ”.

Un macigno, una valanga in pieno petto, il fiato che manca. E le lacrime che scendono inarrestabili.
Nel 2010 esce il nuovo album della band, “NIGHTMARE”.
Alla batteria siede uno degli idoli di Jimmy, Mike Portnoy, batterista dei DREAM THEATER, che si dice onorato di suonare per il gruppo in quello che poi è diventato il Tribute Album alla memoria di The Rev.
Parlare di Nightmare mi suscita ancora emozioni fortissime, come quelle provate insieme alla mia amata Miki il giorno che lo comprammo. Le lacrime scendevano senza freni, leggevamo i testi e giù ancora lacrime. Io ero inarrestabile. E stiamo parlando solo della copertina!!! Non lo avevamo ancora ascoltato.  


E quelle lacrime altro non erano che l’inizio della fine… Arrivati a casa la prima cosa che facemmo fu ascoltarlo. E FU LA FINE!



La open track NIGHTMARE che dà anche il titolo all’album è forse il pezzo più “sevenfoldiano”. Potente, aggressivo e con il classico ritornello accattivante, ma da subito si nota “aria di cambiamento”, con un basso e una batteria più graffiantidel solito.
WELCOME TO THE FAMILY e DANGER LINE richiamano abbastanza le vecchie sonorità degli AX7, mentre BURIED ALIVE e NATURAL BORN KILLER risaltano, o esaltano, il SIGNOR Mike Portnoy, preciso, violento e “pulito” come solo lui sa essere.
E si arriva a SO FAR AWAY, la canzone più “triste” dell’ album. Scritta da Synyster Gates, chitarrista del gruppo, è un omaggio a TheRev



Il pezzo parla della loro amicizia fin da piccoli, dei loro sogni, di quanto la vita, a volte, può essere tanto brutta ma anche tanrto bella. 

“ It seems we’re invincible, the truth is so cold ”

Fantastica l’ interpretazione di Matt Shadows, malinconico al punto da far star male anche chi ascolta la canzone per la prima volta.
La sua bravura si nota anche in GOD HATES US, che mette in evidenza anche la tecnica di Synyster Gates.



Ed è la volta di VICTIM, il pezzo che io ritengo il più struggente di tutto l’album. Le campane, la voce femminile all’ inizio e alla fine, danno un tocco ancora più triste a quest’altro omaggio a Jimmy Sullivan. Otto minuti di sofferenza e lacrime, ogni volta che la ascolto.

 TONIGHT THE WORLD DIES, FICTION e SAVE ME sembrano una sola canzone, legate tutte e tre dai riferimenti alla morte di Jimmy. Tre canzoni che sono insieme un inno alla vita e un canto di dolore e speranza.
La voce di TheRev, insieme ad alcuni pezzi di batteria registrati prima della sua scomparsa, sono presenti in FICTION e SAVE ME.

C’è una cosa che non sapevo e che ho letto proprio qualche giorno prima che l’amore mio chiedesse di parlare di Nightmare e che rende l’album ancora più inquietante e significativo.

In una intervista radiofonica Matt, il cantante dichiarò: 

“ la canzone Fiction, che era un nomignolo che si era dato Jimmy, in realtà aveva come titolo iniziale DEATH. Ed è l’ultima canzone che TheRev scrisse per l’ album. Quando la prese in mano mi disse 'ecco, questa è l’ ultima canzone'. E poi, tre giorni dopo Jimmy non c’era più”.


Tony.


Io non avrei MAI potuto parlarvi meglio di quest'album e leggendo queste parole ho rivissuto tutte le emozioni di quel giorno e le emozioni che questo album mi dà, ogni volta che lo ascolto e, soprattutto, ogni volta che lo ascoltiamo insieme.
Grazie amore mio.

Per il trucco mi sono ispirata alla meravigliosa cover di Nightmare:


 Per la base ho utilizzato:

- Bourjois Healthy Mix N° 53, Light Beige

- L'Oréal Accord Perfect n°2, Vanille per correggere le - tante - occhiaie

- ELF Mineral Booster su tutto il viso per uniformare e illuminare

- BourjoisBronzing Powder per un po' di contouring

- Benefit Benetint, sulle guance

- MAC Brow Set in Show-Off per le sopracciglia.


Sugli occhi:


Come base ho usato

- Kajal bianco della Montalto per illuminare l'arcata sopraccigliare
- Kiko Longlasting Stick Eyeshadow n°20, su tutta la palpebra mobile
- MAC Paint Pot in Imaginary sopra il nero
- Maybelline Color Tattoo n°65, nell'angolo interno e lungo la rima cigliare inferiore
 Dalla palette Shady Lady di The Balm:

- Risqué Renee sulla palpebra mobile
- Easy Wheezie nella prima parte di palpebra mobile e sfumato nella piega
- Curvy Cami lungo la rima cigliare inferiore
- Luscious Lani nell'angolo interno

Dalla palette Naked Basics di Urban Decay:

- Crave nell'angolo esterno
- Naked 2 sfumato nella piega
- Walk Of Shame per illuminare l'arcata sopraccigliare.

Le Volume di Chanel come mascara e la Perversion di Urban Decay nella rima interna.

 Sulle labbra ho voluto riprendere il rosso del titolo, utilizzando una matita di Kiko, la 307, per definire il contorno e il meraviglioso Russian Red di MAC:



 E questo è il risultato:







Questa è l'anteprima del trucco di Patty:


 Per leggere il suo post, cliccate QUI.

Spero che il post vi sia piaciuto, alla prossima

Miki, Tony e Patty.


sabato 2 agosto 2014

Le letture del mese #18: Luglio feat. LA is My Dream

Soddisfatta. Sì, davvero soddisfatta delle letture del mese di Luglio, che ha esordito bene e si è concluso meravigliosamente.
Anche oggi, come di consueto da un po' di tempo a questa parte, il post è in collaborazione con la mia amica Patty del blog LA is My Dream.

E quindi, mettetevi comodi e cominciamo!

- La verità di Amelia di Kimberly McCreight

 TRAMA (da Amazon):

«Non è da lei». Mentre si fa largo tra i passanti, Kate Baron ripensa incredula alla telefonata che l’ha costretta a lasciare una riunione decisiva per la sua carriera: dopo essere stata scoperta a copiare, sua figlia Amelia è stata sospesa con effetto immediato dal preside della Grace Hall, uno degli istituti privati più esclusivi di New York. «Non è da lei», continua a ripetersi Kate, finché non si trova davanti a una scena sconvolgente. L’ingresso della scuola è bloccato da un cordone di agenti di polizia, vigili del fuoco e paramedici. E la causa è proprio sua figlia. Per la vergogna, Amelia si è suicidata, lanciandosi dal tetto dell’edificio. Col suo mondo ormai in pezzi, Kate si chiude in un bozzolo di dolore e sensi di colpa, ma alcuni giorni dopo la tragedia riceve un inquietante SMS anonimo: «Amelia non si è buttata». 
Cosa significa? Possibile che la verità sia diversa da quella sostenuta dalle autorità scolastiche? Possibile che ci sia un’altra verità? Kate deve saperlo. Deve raccogliere le forze e scandagliare la vita della figlia, una vita segnata da ombre e segreti di cui lei neppure sospettava l’esistenza. E, a poco a poco, una domanda inizia a tormentarla. Chi era veramente Amelia? Solo trovando la risposta, Kate potrà rendere giustizia alla figlia. Solo così riuscirà a porterà alla luce la verità di Amelia.


Questo libro mi ha attratta subito dalla copertina (se avete letto il TAG sui libri non dovreste meravigliarvene) e mi ha conquistata con la trama. Non sono una grande appassionata di thriller, ma questo non lo è nel senso stretto della parola. La narrazione si sviluppa alternando il punto di vista di Kate, risoluta a scoprire la verità sulla morte della figlia, e quello di Amelia stessa, che racconta la sua vita con la semplice complessità di un'adolescente. Tale intreccio è appassionante, coinvolgente e ci trasporta in una realtà fatta di segreti e sentimenti forti come l'amore, l'odio, la discriminazione, portati all'esasperazione come solo gli adolescenti sanno fare. Il libro apre una piccola finestra sul mondo delle confraternite, allo stesso tempo terribile e affascinante, con le sue iniziazioni, riti, sfide. Una delle cose più belle del romanzo sono i personaggi, complessi, tormentati, mai scontati, sui quali a turno si posa il sospetto del lettore.
E poi c'è Amelia, alla quale ho voluto bene da subito, che avrei voluto abbracciare il più delle volte, con le sue insicurezze, le sue paure ed i grandi turbamenti, che deve affrontare da sola, a volte per scelta altre volte per imposizione.
Un libro che mi è piaciuto tantissimo e che avrebbe meritato le cinque stelline, non fosse stato per un finale troppo poco cattivo.

VOTO: 4/5

- Adulterio di Paolo Coelho


Trama (da Amazon):

Linda ha 31 anni e, agli occhi di tutti, la sua vita è perfetta: vive in Svizzera, uno dei paesi più sicuri del mondo, ha un matrimonio solido e stabile, un marito molto affettuoso, figli dolci e educati, e un lavoro da giornalista di cui non si può lamentare. Ma d’un tratto inizia a mettere in dubbio questa sua quotidianità, la prevedibilità dei suoi giorni. Non riesce più a sopportare lo sforzo che le richiede fingere di essere felice. 
Tutto questo cambia quando incontra per caso un suo innamorato degli anni dell’adolescenza: Jacob. È diventato un politico di successo e, durante un’intervista, finisce per risvegliare un sentimento che la donna non provava da ormai troppo tempo: la passione. 
Ora Linda sarà disposta a tutto per conquistare quell’amore impossibile, e dovrà esplorare fino in fondo tutte le emozioni umane per poter poi trovare la redenzione. 
“È meglio non vivere piuttosto che non amare.”


Questo libro, per fortuna breve, è stato un grande, grandissimo MEH!!! O probabilmente meglio un WTF?!
Coelho è uno dei miei autori preferiti, di cui ho amato la maggior parte dei libri che ho letto.
Di Adulterio ho letto solo critiche molto negative, e questo mi ha spinto ancora di più a leggerlo, vista la curiosità di capire il perché di un riscontro così disastroso con il pubblico.
Andiamo con ordine... Linda ha 31 anni ma è come se ne avesse, non lo so, 60? Agli occhi di tutti la sua vita è perfetta, se non teniamo conto del fatto che la sua vita è davvero perfetta. E' sposata da dieci anni ma sembra una casalinga depressa e annoiata sposata da quaranta. Parla del suo matrimonio come di una fievole fiamma che si sta spegnendo ed è come se fosse la cosa più normale del mondo. Come se lei ed il marito fossero due pensionati che hanno ormai perso il palpito della passione (A TRENT'ANNI?!).
Linda è odiosa, mi è stata antipatica dalla seconda riga in poi, per tutto il libro. Non ho mai provato nulla di più del disappunto nei suoi confronti, fino alla fine.
Il romanzo è infarcito di stereotipi irritanti sulla Svizzera e sugli elvetici (che spero siano stati messi per ironia e non per convinzione, perché se in Svizzera ci fossero anche solo una decina di persone che la pensano come Linda, penso sarebbe il posto più brutto del mondo!).
Ma veniamo al fulcro di Adulterio: il tradimento. Il tradimento è un argomento che mi indispettisce parecchio. E' un'azione meschina che non concepisco, a maggior ragione se compiuta senza il benché minimo perché come in questo caso. Attrazione folle? NO. Amore? NO. Un marito disattento? NO. Non che queste siano giustificazioni lecite.
Un puro e semplice capriccio, che poi diventa una questione di orgoglio e una sfida, che porta la protagonista a compiere azioni riprovevoli e illegali.
Non c'è nulla della scrittura evocativa di Coelho, se non in un breve passaggio di tre o quattro pagine verso la fine del romanzo, fine che vorrebbe essere esemplare, ma che secondo me è solo sconclusionata.

VOTO: 3/5 (credo di essere stata generosa.)

- Losing Hope di Colleen Hoover (titolo italiano "Le sintonie dell'amore")


TRAMA (da Amazon):

Ci sono ricordi che è pericoloso portare alla luce, cicatrici che è doloroso riaprire: ma per Holder e Sky, due ragazzi difficili con un tragico segreto alle spalle, è fondamentale affrontare quello che è stato per poter vivere quello che sarà.
Holder vive perseguitato dal proprio passato, schiacciato dal senso di colpa per il suicidio di sua sorella Leslie. E poi c’è il ricordo di Hope e di quel maledetto giorno in cui ha lasciato che la sua vicina di casa di quando era bambino salisse su quella macchina e sparisse per sempre dalla sua vita. Il rimorso che incupisce la sua esistenza lo costringe a continuare a cercarla, fino a quando in un supermercato incontra Sky, che ha gli stessi occhi della sua amica di un tempo, e pensa di averla ritrovata. 
La vicenda di Le coincidenze dell’amore raccontata dal punto di vista di lui, per rivivere una splendida storia attraverso nuove emozioni.


Questa è la seconda volta che parto prevenuta nei confronti della Hoover (QUI potete leggere il mio pensiero su Hopeless), ed è la seconda volta che lei mi trascina violentemente in un vortice di sensazioni che mi lasciano, alla fine del libro, sconvolta.
Losing Hope, mortificato nel titolo dalla traduzione italiana, è il punto di vista di Holder, di cui già mi ero innamorata nel primo libro. Di solito non amo rileggere la stessa storia, anche se narrata da un protagonista diverso. Lo trovo ripetitivo e a tratti noioso.
In questo caso, non è stato nulla di tutto questo.
Se avete letto Hopeless, ed eravate rimaste affascinate da questo ragazzo, entrare nella sua mente, conoscere i suoi pensieri, i suoi sentimenti, la sua sofferenza ve lo farà amare ancora di più. La storia si arricchisce di molti dettagli, intuibili ma solo accennati nel primo libro.
Una delle cose che ho apprezzato della Hoover è che non si sofferma troppo sull'aspetto esteriore dei suoi personaggi, se non per dare delle linee guida al lettore (colore degli occhi, dei capelli).
Sky e Holder si piacciono, ma nessuno dei due sta lì ad elencare ogni singolo aspetto strabiliante del corpo dell'altro. Non ci sono occhi profondi come cieli d'estate, labbra peccaminose, pettorali guizzanti, seni esplosivi, gambe chilometriche e quant'altro.
Per Holder, Sky è bellissima. Sono bellissimi i suoi occhi grandi ed i capelli castani. Sky è perfetta proprio perché è così imperfetta, così testarda, ironica, sarcastica, con quel suo perdersi a tratti affascinante e a tratti inquietante.
Di Holder ho amato l'amore per la sorella Les, così appassionato e a tratti eccessivo, un amore che racchiude la paura della perdita che ha già sperimentato da piccolo, con Hope.
Non mancano i passaggi che mi hanno fatta emozionare nel primo libro, come il primo non bacio più bello forse che abbia mai letto.

Non ho dato l'ultima stellina, solo perché Hopeless mi è piaciuto di più.

VOTO: 4/5

- Il cacciatore di aquiloni di Khaled Hosseini



TRAMA (da Amazon):

Si dice che il tempo guarisca ogni ferita. Ma, per Amir, il passato è una bestia dai lunghi artigli, pronta a inseguirlo e a riacciuffarlo quando meno se lo aspetta. Sono trascorsi molti anni dal giorno in cui la vita del suo amico Hassan - il ragazzo dal viso di bambola, il cacciatore di aquiloni - è cambiata per sempre in un vicolo di Kabul. Quel giorno, Amir ha commesso una colpa terribile. Così, quando una telefonata inattesa lo raggiunge nella sua casa di San Francisco, capisce di non avere scelta: deve partire, tornare a casa, per trovare il figlio di Hassan e saldare i conti con i propri errori mai espiati. Ma ad attenderlo, a Kabul, non ci sono solo i fantasmi della sua coscienza. C'è una scoperta sconvolgente, in un mondo violento e sinistro, dove le donne sono invisibili, la bellezza è fuorilegge e gli aquiloni non volano più. Trent'anni di storia afgana - dalla fine della monarchia all'invasione russa, dal regime dei Talebani fino ai giorni nostri - rivivono in questo romanzo emozionante e pieno d'atmosfera, diventato uno straordinario successo internazionale.

Questo è stato il finale col botto. No, non avevo ancora letto Il cacciatore di aquiloni, fondamentalmente perché se ne era parlato troppo e troppa gente mi diceva di leggerlo ed io sviluppo quasi sempre una sorta di rifiuto quando succede. Un po' come quando mi dicono di ascoltare una canzone.
Come molti di voi sapranno, il mio fidanzato in questo momento è in Afghanistan e leggere questo libro mi ha fatta sentire un po' più vicina ad una terra martoriata e meravigliosa, che ammalia chiunque abbia la possibilità di vederla, che mi attrae e mi spaventa.
Avevo visto il film , diverso tempo fa, e mi era piaciuto molto anche se avevo rimosso molti dettagli. E' stato meglio così, perché ho avuto la possibilità di compiere questo viaggio come se fosse la prima volta.
Hosseini è un pifferaio magico che sulle note delle parole mi ha intrappolata nella semplicità della sua narrazione, attraverso una storia fatta di luci accecanti e ombre opprimenti.
Alla storia di Amir e Hassan si affianca parallela e ugualmente importante, la storia di una terra che da sempre è stata piegata e sottomessa, una terra che può essere accogliente come il grembo di una madre e ostile come un campo minato. 
Ebbene sì, se non lo avete letto, leggetelo.

VOTO 5/5

E con questo è tutto. Mi raccontate quali sono state le vostre letture di Luglio? Così allungo un po' la pila di libri che ho sul comodino?

Per le letture di Patty, cliccate QUI.

Alla prossima, 

Miki.