Eccoci di nuovo e finalmente con la rubrica "Ritratto di Signora".
Per chi si fosse perse le puntate precedenti, tutti i passati articoli, compreso quello introduttivo in cui spieghiamo come è nato questo appuntamento, li trovate nella sezione apposita sotto l'header del blog. Basta cliccare sulla voce "Ritratto di Signora",appunto, ed immergervi in questa meravigliosa avventura che ho intrapreso assieme alla mia dorata zia Monica del blog BooksLand, alla quale si sono uniti anche
- Clara di The Pauper Fashionist
-Fede di Stasera cucino io
- Michele di Mr Ink. Diario di una dipendenza
- Francesca di Franci lettrice sognatrice
Vi consiglio calorosamente di andare a visitare questi splendidi blog, rimarrete coinvolti ed emozionati dalle bellissime recensioni letterarie di Monica, Michele e Francesca, affamati con le goduriose ricette di Fede, attratti dalla bellezza di Clara e dei suoi outfits e con le lacrime agli occhi per i suoi post esilaranti.
Detto ciò, non mi resta che lasciarvi al bellissimo articolo di Monica.
Buona lettura!
La passione per la fotografia nasce da lontano, avevo più o
meno 12 anni e durante le ore di educazione tecnica, alle medie, ci insegnarono
a sviluppare un rullino fotografico.
La camera oscura, l’odore dei solventi, la sorpresa di veder
comparire la tua creazione su un foglio di carta erano qualcosa di unico e
magico.
Da quel momento in avanti, ogni volta che qualcuno mi chiedeva “cosa vuoi fare da grande?” la mia risposta era una sola “la fotografa”.
Da quel momento in avanti, ogni volta che qualcuno mi chiedeva “cosa vuoi fare da grande?” la mia risposta era una sola “la fotografa”.
Gli anni sono passati e questo desiderio non si è realizzato,
anche se la passione per la fotografia mi accompagna tuttora. E’ difficile da
spiegare, ma non mi sento mai tanto realizzata come quando ho una macchina
fotografica tra le mani, è qualcosa di bello, che dà soddisfazione, è come
fermare il tempo in uno scatto unico ed irripetibile.
Proprio per questo, negli anni, la mia libreria si è
composta non solo di romanzi ma anche di volumi che parlano di fotografia.
Steve Mccurry, Robert Capa sono fotografi che ho seguito
negli anni e che adoro, ma mai nella mia vita sono stata più felice di ricevere
in regalo, nel Natale del 2001, il volume intitolato“Le grandi fotografe di
National Geographic”.
Finalmente un libro su fotografe DONNE in un mondo in cui la figura maschile è quasi del tutto predominante.
Con amore e passione mi sono immersa in questa lettura
interessante, che non è fatta solo di immagini ma anche di racconti di donne
vere, forti e caparbie, che con determinazione hanno lottato per conquistarsi
un posto in questa società.
Alla fine degli anni ’70 lo staff del National Geographic,
giornale famoso per foto non solo naturalistiche, ma di mondo e di costume, è
composto interamente da uomini… le donne al massimo fanno le segretarie o
rispondono al telefono.
Si ha la convinzione che nessuna donna possa essere abbastanza tosta per recarsi in un paese dilaniato dalla guerra, che nessuna sia così lungimirante da poter vedere oltre l’obiettivo e catturare l’immagine perfetta.
Come racconta Alexandra
Avakian fotoreporter per National Geographic a partire dal 1995 “Quando
ancora non ero conosciuta misi insieme un portfolio con il nome di Alex
Avakian, non volevo che il mio sesso costituisse un problema… non volevo che
dicessero – non possiamo mandarla in questo posto o a fare questo servizio
perché è una donna”
Ma essere fotografi non significa essere uomini o donne, è
una lotta continua con la macchina fotografica, è esprimere se stessi
attraverso l’obiettivo, trovare la luce giusta, il momento giusto, lo scatto
che permetterà a te stessa e agli altri di provare emozione.
Come Jodie Cobb,
unica donna nello staff permanente di National Geographic, e non assunta come
freelance , che ha combattuto e si è
affermata dimostrando che il suo lavoro valeva tanto quanto quello di un uomo.
Donne che hanno dovuto decidere tra la carriera e la vita di
tutti i giorni.. dice la stessa Jodie Cobb: “Puoi avere una vita in missione, o puoi avere una vita a casa. Ma è
difficile averle entrambe. Quando sei in trasferta per un periodo lungo conosci tutti in città, dal re alla
governante. Poi torni a casa. Non sei più in missione. Hai le faccende di casa
e i conti arretrati, e può sembrare di dover ricominciare da capo con gli
amici, i conoscenti”.
Ma soprattutto con le loro famiglie, mariti scontenti, figli
che vivono con madri a metà
Mi chiedo, leggendo le parole che ho appena scritto, se sia
giusto tutto questo? E’ giusto vivere la famiglia a metà? Lasciare i propri figli per recarsi dall’altra parte
del mondo? La risposta non è semplice, e penso di non dover essere io a darla…
ma poi mi capita di guardare alcuni scatti della stessa Cobb e mi rendo conto
che se non le avesse scattate, queste immagini non sarebbero mai arrivate fino
ai miei occhi e sicuramente sarebbe stata una grande perdita.
Donne come Sisse
Brimberg, così determinata nel voler diventare una fotografa del National
Geographic tanto da telefonare prima in redazione dalla lontana Copenhagen per
poi presentarsi dopo diversi rifiuti nella redazione stessa davanti al capo
della fotografia Bob Gilka nel 1976, con la pretesa che esaminasse i suoi
lavori.
Se non l’avessero assunta ci saremmo persi servizi meravigliosi come quello intitolato “Caterina la grande” in cui rende il Paese russo in tutta la sua magnificenza.
Se non l’avessero assunta ci saremmo persi servizi meravigliosi come quello intitolato “Caterina la grande” in cui rende il Paese russo in tutta la sua magnificenza.
Donne che mi hanno insegnato che per raggiungere un
obiettivo bisogna essere forti e coraggiose, che bisogna guardarsi dentro e
capire qual è la propria passione ed esternarla al mondo perché è giusto che
anche gli altri sappiano quanto di bello si possa esprimere con una macchina
fotografica.
Donne che sono si fotografe, ma anche mogli e madri, che
fanno un lavoro diverso, forse insolito, con il cuore diviso tra dovere e amore
, ma con un’unica grande passione, quella di mostrare il mondo attraverso i
loro occhi, rendendoci partecipi di un qualcosa più grande di tutti noi.
FONTE: Le grandi fotografe di National Geographic di Caty
Newman
Fonte Immagini: Google image
Incantata semplicemente da queste parole piene di passione e da queste splendide immagini. Donne che hanno rinunciato a tanto pur di seguire un talento, un sogno...
Grazie Monica per questo articolo eccezionale.
Vi ricordo che la "redazione" di "Ritratto di Signora" è prontissima ad accogliere le vostre proposte o le vostre collaborazioni. Non aspettiamo altro. Per informazioni potete contattare me all'indirizzo imaginary82@hotmail.it o Monica all'indirizzo moki418@hotmail.it
Con questo è tutto, al prossimo mese.
*___* Mikina hai aggiunto anche altre foto! Bravissima!!! Sono contenta che l'articolo ti sia piaciuto, per me è stato un piacere scriverlo!
RispondiEliminaNon mi è solo piaciuto, zia, l'ho adorato. Sono andata a cercare altre immagini perchè sono rimasta affascinata dalla bravura di queste donne. Sono andata a cercarmi le loro storie, incantata soprattutto dal servizio di Alexandra Avakian, in cui mostra se stessa durante la lotta contro un cancro al seno. Avrei voluto inserire tutte le immagini, avrei voluto aggiungere informazioni, ma poi non l'ho fatto, per lasciare a chi legge la possibilità di scoprire questo mondo così come ho fatto io.
EliminaLa fotografia è donna!
RispondiEliminaComplimenti a queste Donne.
Complimenti a tutte voi, che rendete sempre più ricco e importante il mondo intero...
Grazie amore, per capire l'importanza che ha per me questa rubrica e la passione che ci mettiamo nel raccontare di queste Donne.
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