Pagine

lunedì 7 ottobre 2013

Ritratto di Signora#24 L'incubo delle spose bambine (di Stephanie Sinclair per National Geographic)

Buon primo lunedì di Ottobre a tutti! L'unico lunedì del mese che mi piace.



L'articolo di oggi per la rubrica è stato scritto da me, quindi non mi dilungo e vi auguro buona lettura!


Sin da quando ho cominciato a capire cosa fosse il matrimonio, ho sempre pensato che un giorno mi sarei sposata.
Non mi importava che fosse con Arthur (Candy Candy) o Paul (Rensie la strega) o Edward (Milly, un giorno dopo l'altro), avrei indossato un enorme abito bianco, sarei salita su una sontuosa carrozza, da far appassire la zucca di Cenerentola, e sarei andata a coronare il mio sogno di bambina.
Uno dei tanti, in effetti. Fare la regina era decisamente al primo posto.
Lo avrei fatto all'età giusta, dopo aver incontrato la persona giusta e per i giusti motivi.
Ero ignara all'epoca, e probabilmente ne sono poco consapevole anche adesso, che quello che per me poteva essere un sogno astratto, per altre bambine era un incubo concreto, che si avverava e si avvera troppo presto.



Forse, e sottolineo forse, ad uno sguardo distratto e veloce, queste bimbe non appaiono poi tanto diverse da come apparivo io e le mie amichette il giorno della prima comunione, fiere dei nostri abiti bianchi e svolazzanti e sicuramente vanitose e un po' frivole. Eppure le due cose non possono essere più lontane, non possono essere più diverse.
Mentre a fine giornata noi eravamo stanche, spettinate, sfoggiavamo almeno una macchia sulla gonna immacolata (la mia è del cocktail di gamberi che mi sono buttato addosso praticamente ad inizio pranzo, Ed è ancora lì) e guardavamo adoranti i regali ricevuti, loro si ritrovano stanche e terrorizzate di fronte ad un marito che non avrà nessun rispetto della loro età, della loro innocenza, della loro purezza.


Spesso, affrontando il discorso con altre persone, mi sono sentita rispondere "fa parte della tradizione locale. Se vivessimo lì, ci sembrerebbe normale."

Normale...

Nel Giugno del 2011, Stephanie Sinclair, fotografa per il New York Times e per il National Geographic, alle cui colleghe abbiamo dedicato un ritratto, che potete leggere QUI, ha immortalato la tradizione, ha fotografato questa incomprensibile e raccapricciante normalità in un servizio, Child Brides, e successivamente girando un breve documentario dal titolo Too Young To Wed.




Asia, 14 anni, mamma di due bambine. Non si è mai ripresa dal parto, manifesta frequenti emorragie e non ha la minima idea di come prendersi cura delle sue figlie e di se stessa.









Rajani, 5 anni, in braccio allo zio che, nel cuore della notte, la porta alla cerimonia nuziale.
In India i matrimoni infantili sono illegali, le cerimonie avvengono i gran segreto, con la complicità dell'intero villaggio.







Surita, 16 anni, Nepal. Piange disperata mentre viene trascinata fuori dalla sua casa per essere condotta nel villaggio del marito.







Tahani (in rosa) ha 6 anni. Suo marito ne ha 25.

"Tutte le volte che lo vedevo, cercavo di nascondermi. Lo odiavo."

La storia di Tahani è quella che ha più colpito Stephanie. Non è più terribile di altre, ma è stato impressionante trovarsi di fronte una bimba di 8 anni (nel momento in cui l'ha incontrata lei), che non ha perso ancora tutti i denti da latte, ma che ha un fare di donna vissuta, in grado di parlare delle sue esperienze sessuali. Un comportamento che è un segno evidente del trauma subito.


Nujoud Ali, 10 anni, è diventata un'eroina nello Yemen. E' scappata da un marito violento, molto più vecchio di lei, ha ottenuto il processo ed il divorzio ed è potuta tornare a scuola.

In molti dei Paesi visitati dalla Sinclair, che sono India, Yemen, Afghanistan, Nepal ed Etiopia, i matrimoni infantili sono proibiti, in altri l'età delle giovani spose è stata innalzata a 15 anni, in altri ancora tale "limite" è stato abolito.

Bambine strappate alla loro infanzia, spesso vendute dalle famiglie, scambiate oppure rapite e violentate per poi essere rivendicate come mogli.
Le conseguenze fisiche e psicologiche sono devastanti, spesso fatali.

Non ultima la storia di Rawan, 8 anni, una bambina yemenita morta in una camera d'albergo per lesioni interne, dopo la prima notte di nozze.

E' pensando a Rawan che ho deciso di scrivere questo articolo.
Cerco di immaginare la sua perplessità, la sua paura, il suo dolore e provo un'angoscia devastante, che so essere nemmeno lontanamente paragonabile a quello che ha vissuto lei.

Una bambina poco più grande di mia nipote, che spesso ho paura di abbracciare troppo forte per il timore di farle male, il cui visino riesco ancora ad accogliere tra i palmi delle mie mani come un tesoro prezioso, che sprizza vivacità da tutti i pori...

Come può essere normale tutto questo?

"Penso che la cosa da cui dobbiamo partire è che nella maggior parte dei casi queste bambine non vogliono sposarsi" afferma Stephanie Sinclair, in un'intervista di Rena Silverman, per il National Geographic.

"Come ha detto qualcuno al CSW (Commissione sullo stato della donna): cerchiamo di essere onesti, quando un ventenne fa sesso con una bambina di otto anni, è stupro. E' stupro di minori. E' qualcosa che non possiamo accettare".

Nel momento dell'intervista, sono passati due anni dalla realizzazione del servizio fotografico e, per fortuna, qualcosa è cambiato: c'è una maggiore consapevolezza del fenomeno, su cui si è focalizzata l'attenzione di diverse organizzazioni, tra cui The Elders, un gruppo di leaders mondiali, che ha fondato Girls Not Brides, che oggi conta più di 200 volontari nei Paesi interessati dal fenomeno.

La stessa Sinclair continua a lavorare sul tema, assieme ad una collega, Jessica Dimmock, con la quale ha aperto il blog tooyoungtowed.org.

Per Stephanie l'istruzione, l'educazione e l'informazione sono le uniche armi con cui combattere, e non solo per quanto riguarda le bambine, ma per le loro famiglie e per l'intera comunità, per far comprendere loro "l'impatto nocivo del matrimonio precoce sulla salute delle loro ragazze, delle loro nipoti e la loro società nel complesso."

Stephanie e Jessica sono da poco rientrate dalla Tanzania, dove hanno raccolto informazioni sulle ripercussioni sanitarie delle giovani spose. Fistola, prolasso uterino e rottura dell'utero sono solo alcuni dei tanti problemi di cui soffrono le vittime.

Durante la permanenza nello Yemen, una ginecologa pronunciò queste parole:

"Quando le ragazze nel vostro Paese sono all'inizio della loro vita, 
le ragazze nel nostro Paese sono alla fine"




FONTI:
 http://www.unaqualunque.it/a/2929/il-dramma-delle-spose-bambine.aspx

http://tooyoungtowed.org/

http://www.nationalgeographic.it/dal-giornale/2011/05/31/foto/fotogalleria_spose_bambine-356651/1/#media

http://www.youtube.com/watch?v=qYleXcpbzKY

http://en.wikipedia.org/wiki/Stephanie_Sinclair


Vi ricordo che potete trovare la rubrica anche sui blog

BooksLand

Diario di una Dipendenza

Stasera cucino io

The Pauper Fashionist

Franci Lettrice Sognatrice

Per informazioni o consigli e suggerimenti, potete contattare me all'indirizzo imaginary82@hotmail.it o Monica all'indirizzo Moki418@hotmail.it

Al prossimo mese, grazie.


18 commenti:

  1. Grazie per aver scritto questo articolo.. non so come altro dirtelo, mi hai toccato il cuore!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi fa "piacere", ci tengo tanto alla tua opinione e ci tengo alla rubrica. Cose del genere non dovrebbero proprio verificarsi, ma esistono, purtroppo, e una delle cose che possiamo fare nel nostro piccolo è parlarne.

      Elimina
  2. Terribile, non ci sono altre parole per commentare queste atrocità...

    RispondiElimina
  3. Non ci sono parole per descrivere l'orrore di tutto questo. Mi è piaciuto questo articolo e ti ringrazio per averlo scritto in modo così pulito. Povere bimbe...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ringrazio io te per essere passata ed aver dedicato qualche minuto alla rubrica.

      Elimina
  4. avevo letto di questa cosa su FB e sono davvero rimasta schifata...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. "Schifata" è dire poco. Io sono rimasta inorridita letteralmente...

      Elimina
  5. grazie per questo articolo...molte di queste bimbe hanno l'età della mia bimba più grande, se ci penso mi sento davvero male. Come può un genitore permettere tutto questo? Non è tradizione è orrore e basta.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quando hai una bambina nella tua vita, io ho mia nipote per adesso, non si può fare a meno di paragonarla a queste piccole vittime e il tutto diventa ancora più intollerabile.

      Elimina
  6. Mamma mia è terribile tutto ciò, quello che è successo a me in confronto fa ridere.
    Anche da noi succedevano queste cose fino a 60/70 anni fa e mi sento fortunata ad essere nata molti anni dopo e in uno stato per lo più civilizzato.
    Povere bambine!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Be' Patty, sono due cose diverse, terribili entrambe seppur in maniera diversa.
      Mi rendo conto che anche da noi era frequente far sposare le ragazzine in età molto giovane, anche se si parla di 14, 15 anni e spesso con coetanei. Non dico che è meno peggio, assolutamente, ma una bimba di 5 o 6 è una cosa davvero rivoltante...

      Elimina
  7. Grazie Miki per questo post! Spero che qualcosa cambi, e al più presto! Sono storie davvero sconcertanti e orribili!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie a te Erica per essere passata e aver lasciato il tuo commento. Non ci sono parole per definire certi orrori.

      Elimina
  8. Aprire e leggere questo post è una stilettata al cuore...per noi è folli anche solo pensare che possano accadere cose simili mentre in altri posti è la normalità :( Speriamo che qualcuno inverta la rotta e il destino di queste bimbe. Elisa

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lo spero tanto anche io Elisa. Ti confesso che sono stata davvero male mentre mi informavo.

      Elimina
  9. Mamma mia non sapevo le facessero sposare così piccole... è una cosa atroce. Grazie per averne parlato, perché non possiamo assolutamente ignorare queste cose, anche se certi orrori vorremmo non esistessero...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie a te Federica. Conoscere è il modo migliore per combattere queste cose.

      Elimina