lunedì 1 ottobre 2012

Ritratto di Signora#13: Irena Sendlerowa

Buongiorno a tutti, buon inizio di Ottobre e buon primo lunedì del mese!

Eccoci qui con la mia amatissima rubrica "Ritratto di Signora".


 Per chi non la conoscesse, soprattutto per le nuove iscritte (a proposito, GRAZIE!!!), questa rubrica è nata a seguito di una chiacchierata tra amiche, abbastanza indignate, per non dire schifate, da TUTTO QUESTO. E visto che "dal letame nascono i fiori", abbiamo colto l'occasione per scrivere e raccontare storie di donne, con semplicità, cercando di trasmettere cosa, quella figura in particolare, ci abbia trasmesso, quale esempio abbia dato, in che modo ha vissuto la sua condizione di donna.

Da un'idea di Monica di BooksLand, seguita a ruota da me, è nata "Ritratto di Signora", un viaggio meraviglioso in compagnia di

- Clara di The Pauper Fashionist

- Fede di Stasera cucino io

- Michele di Mr Ink - Diario di una dipendenza

- Francesca di Francy, lettrice sognatrice, che oggi è l'autrice del ritratto.

Non sto ancora a trattenervi, vi lascio all'articolo di Francesca e BUONA LETTURA!



Buongiorno a tutti,
questo mese vi vorrei raccontare la storia di una donna coraggiosa, una donna che fin da piccola si è ribellata all’orrore e che, una volta cresciuta, ha messo a repentaglio la sua vita pur di salvare quella di tante persone innocenti, vittime della del nazismo... Una storia poco conosciuta e che anch'io purtroppo non conoscevo fino ad un po’ di tempo fa, ma che mi sembra giusto far conoscere.

Sto parlando della storia di Irena Sendler.

Irena Sendlerowa nasce a Varsavia il 15 Febbraio 1910 da una famiglia polacca socialista.
Il padre, medico, morì di tifo, contratto mentre assisteva i malati che altri medici avevano rifiutato di curare in quanto molti di essi erano ebrei.
Nel momento in cui il padre spirò, la comunità ebraica, come segno di ringraziamento per ciò che aveva fatto per loro, si offrì di pagare gli studi a Irena.
Irena, fin da ragazza, si sentì profondamente vicina al mondo ebraico, tanto che all' università si oppose alla ghettizzazione degli studenti ebrei, facendosi sospendere così per tre anni.
Finiti gli studi, cominciò a lavorare come assistente sociale e, durante la seconda guerra mondiale, quando i nazisti occuparono la Polonia, cominciò a lavorare per salvare gli ebrei, riuscendo, insieme ad altri collaboratori, a procurarsi tremila passaporti falsi, con lo scopo di aiutare molte famiglie a scappare.

Nel 1942 entrò nella resistenza polacca e, attraverso il movimento clandestino non comunista di cui faceva parte, la Zegota, fu incaricata di occuparsi delle operazioni di salvataggio dei bambini ebrei del ghetto.
Per non richiamare l'attenzione su di sé, quando andava a visitare gli ebrei per vedere se avessero contratto il tifo, ella metteva una stella di Davide, anche come segno di solidarietà nei loro confronti.

Irena, in battaglia Jolanta, insieme ad altri membri, riuscì a far fuggire molti bambini dal ghetto, portandoli fuori tramite ambulanze o altri mezzi, e, per non far sentire ai nazisti i loro pianti ed i loro lamenti, aveva con sé un cane addestrato ad abbaiare nel caso in cui i soldati si fossero avvicinati.

Irena dava ai bambini falsi documenti con nomi cristiani e li affidava a famiglie cristiane, a conventi ed a preti cattolici che li nascondevano nelle case canoniche. Ella annotava i veri nomi dei bambini accanto ai falsi, li nascondeva in barattoli di marmellata sotto ad un albero del suo giardino, in modo che se i loro genitori si fossero salvati avrebbe potuto ricongiungerli a loro.

Nell'ottobre 1943 venne arrestata dalla Gestapo e torturata: le furono spezzate gambe e braccia, facendola rimanere inferma a vita. Nonostante la tortura subita, Irena non rivelò niente.

Condannata a morte, fu liberata dalla resistenza polacca, che diede dei soldi ai soldati tedeschi, facendola così risultare comunque tra i giustiziati, consentendole, nei mesi successivi, di continuare ad organizzare salvataggi dei bimbi ebrei nell'anonimato. 

Finita la guerra, consegnò i nomi dei bambini ad un comitato ebraico che ne riuscì a rintracciare duemila, anche se la maggior parte delle famiglie era stata sterminata.

Nel 1965 venne riconosciuta dallo Yad Vashem di Gerusalemme come una dei “Giusti tra le nazioni”, titolo utilizzato per indicare i non ebrei che avevano agito in modo eroico a rischio della propria vita per salvare la vita anche di un solo ebreo dal genocidio nazista conosciuto come Shoah.

Il 7 novembre 2001 le venne assegnata la Croce di Comandante con Stella dell'Ordine della Polonia Restituta.

Nel 2003, papa Giovanni Paolo II le inviò una lettera personale lodandola per i suoi sforzi durante la guerra.

Il 10 ottobre 2003 Irena ricevette la più alta decorazione civile della Polonia, l'Ordine dell'Aquila Bianca, e il premio Jan Karski "Per il coraggio e il cuore", assegnatole dal Centro Americano di Cultura Polacca a Washington.

Nel 2007 il Presidente della Repubblica di Polonia, la proclamò eroe nazionale, ma purtroppo non poté presentarsi all'atto di omaggio perché, ormai 97enne, non era in grado di lasciare la casa di riposo in cui risiedeva. Irena mandò comunque una sua dichiarazione per mezzo di Elżbieta Ficowska, che aveva salvata da bambina.

Il nome di Irena Sendler venne anche raccomandato dal governo polacco per il premio Nobel per la pace, con l'appoggio ufficiale dello Stato di Israele espresso dal suo primo ministro Ehud Olmert, premio che quell’anno venne assegnato ad Al Gore.

 Questi, alcuni dei pensieri di Irena, espressi nella lettera al Parlamento polacco:

 «Ogni bambino salvato con il mio aiuto è la giustificazione della mia esistenza su questa terra e non un titolo di gloria».

Ed ancora, durante una conversazione con Marek Halter, scrittore francese di origine polacca:

«Avrei potuto fare di più. Questo rimpianto non mi lascia mai».

Irena Sendler morì a Varsavia il 12 Maggio del 2008.

La vita di Irena Sendler è stata riscoperta nel 1999 grazie ad alcuni studenti di un college del Kansas, che hanno lanciato un progetto per far conoscere la sua vita e il suo operato a livello internazionale.


Sono venuta a conoscenza dell'esistenza di questa donna grandiosa nella Giornata della Memoria, grazie ad un link su Facebook (può essere molto istruttivo a volte), dove si ricordava la sua figura: mi ha subito attratto il viso di questa donna, da cui traspariva tutta la sua bontà e la sua dolcezza, e subito dopo mi ha colpito la sua storia e mi è sembrato un peccato che ogni anno i mass media non parlino affatto di Irena Sendler e di tutte le vite innocenti che ha salvato. 
La sua storia mi ha commosso sia per le imprese pericolose, sia perché mi ha fatto pensare a tutte le persone che purtroppo non sono riuscite a salvarsi; mi ha fatto provare di nuovo molta rabbia per quest'orrore e mi ha fatto anche riflettere sulla società di oggi, dove ormai nessuno aiuta nessuno, neanche quando potrebbe e questo è davvero triste...
Dovrebbero esistere più persone come Irena Sendler.
Al prossimo mese
Franci


Non conoscevo la storia di Irena, così come credo di non conoscere la storia della maggior parte di persone che in quella terribile vicenda hanno fatto qualcosa di concreto per evitare che vite innocenti venissero spezzate.
Ringrazio Francesca, che ha portato la figura di Irena alla nostra attenzione.

Vi ricordo che qualsiasi suggerimento risulta graditissimo, così come ci farebbe molto piacere se qualcuno di voi volesse farci compagnia in questo viaggio.

Per info, proposte e qualsiasi cosa potete rivolgervi a me, all'indirizzo imaginary82@hotmail.it , oppure a Monica, all'indirizzo moki418@hotmail.it.

Al prossimo mese, un bacione,



4 commenti:

  1. Avete fatto bene a raccontare le vicende di Irena. Perchè ha fatto tanto per salvare delle vite innocienti. Meritala gratidudine e la stima da parte di tutti!

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    1. Sì, bisogna mettere in risalto queste figure. Grazie per essere passato Micht.

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  2. non conoscevo questa rubrica! molto carina complimenti!
    nuovo post sul mio blog, ti va di passare?

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