Ultima puntata della nostra rubrica, prima della pausa estiva.
MikiInThePinkLand, BooksLand, Stasera Cucino Io, Franci lettrice Sognatrice ed Un Libro Per Amico torneranno a Settembre.
Il ritratto di oggi, tracciato da Monica di BooksLand, è dedicato ad una donna straordinaria, che non conoscevo, ed il cui coraggio mi ha lasciato senza parole.
Buona lettura.
Quando ero piccola, di solito, i miei
genitori mi mandavano al mare con la nonna.
Ora, voi dovete sapere che lei (tuttora viva e vegeta alla veneranda età di 93 anni), non è
la classica nonna delle favole.
Non ha i capelli bianchi, non è
particolarmente sdolcinata e non lo era neanche una trentina di anni
fa, quando portava me e mia cugina a Rimini.
Se c’è una cosa che ricordo di
quelle vacanze estive è il cinema all’aperto… e cosa poteva
farci vedere la nostra dolce nonnina in un luogo di mare? Film come
“L’orca Assassina” e “Lo squalo 1-2-3” vi dicono qualcosa?
Secondo me il suo intento era quello di
tenerci recluse sotto l’ombrellone, in modo da poter fare gossip
con le vicine di lettino e non dover correre dentro e fuori
dall’acqua ogni tre secondi.
Devo dire che il suo piano malefico era
perfetto, perché una volta che vedi lo squalo aprire la bocca e
inghiottire decine di persone, con tanto di sangue e urla strazianti,
la voglia di andare in acqua ti passa eccome.
Tutta questa premessa, un po’
insolita, è dovuta al fatto che oggi vorrei parlarvi di una donna
molto coraggiosa, che risponde al nome di Bethany Hamilton.
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Bethany è una surfista professionista,
e ho conosciuto la sua storia attraverso il film “Soul Surfer”,
con la splendida AnnaSophia Robb.
Quando aveva tredici anni, Bethany, che
da sempre sognava di diventare una surfista professionista, era in
acqua e si stava riposando sulla sua tavola da surf. Improvvisamente
qualcosa la trascinò sott’acqua e Bethany ne riemerse con il
braccio sinistro completamente amputato all’altezza della spalla.
Uno squalo l’aveva attaccata.
Per fortuna Bethany non era sola, la
sua migliore amica e la sua famiglia erano con lei.
L’aiutarono
a tornare a riva, e quando la ragazzina arrivò all’ospedale aveva
perso il 60% del sangue presente nel suo corpo.
Il fatto che Bethany sia sopravvissuta
quel giorno può essere definito un miracolo, dovuto anche alla
prontezza di chi l’ha soccorsa e alla bravura dei medici che l'hanno operarata.
Ora, provate ad immaginare quanto deve
essere stato difficile, per questa ragazzina che era poco più di una
bambina, trovare la forza di andare avanti.
Fonte |
Non solo non poteva più surfare (si sa
che l’equilibro per un surfista è tutto), ma doveva fare i conti
con un corpo completamente diverso e una menomazione non facile da
mostrare.
Eppure Bethany non si è arresa.
Con forza e coraggio, sostenuta dalla sua famiglia, è rientrata in
acqua. Già solo per questo le darei una medaglia: io ero
terrorizzata dopo aver visto un film, lei è stata realmente
attaccata e ferita.
Con determinazione, e grazie all’aiuto
di suo padre che le ha costruito una tavola da Surf su misura,
Bethany ha ripreso in mano la sua vita. Allenandosi costantemente, un
anno mezzo dopo l’incidente, Bethany ha partecipato alla sua prima
gara ufficiale.
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Una ragazza forte, coraggiosa, che ha
guardato in faccia tutte le sue paure e non si è arresa. Vorrei più
esempi sportivi come il suo a questo mondo. Vorrei più donne come
lei…
Bethany continua a competere, si è
sposata, e da qualche giorno è anche diventata mamma. Le sue
meravigliose foto con il pancione in acqua mi hanno profondamente
commossa.
Non so se i piani diabolici di mia
nonna fossero tanto adatti a due bambine di undici e sei anni, ma
dopo tanti anni ricordo con piacere quelle estati. Sono convinta che
lo squalo abbia attaccato Bethany magari perché infastidito dai suoi
movimenti, e sono felice che lei abbia trovato la forza per reagire e
tornare a fare quello che più ama. Ogni giorno ci possono capitare
cose orribili, ma possiamo prendere esempio da ragazze come lei, e
non arrenderci… tutti abbiamo diritto ad una seconda possibilità.
A presto
Monica
Come sempre, Monica riesce mettere tanto di se stessa in ciò che racconta, rendendo il tutto molto più emozionante e personale.
Ho letto con grandissimo interesse il suo ritratto, provando ad immaginare cosa debba aver provato Bethany, dopo l'incidente, E vedere le foto in cui appare sorridente e realizzata mi scalda il cuore.
Alla prossima,
Miki, Monica, Fede, Francesca e Daniela.
una donna da prendere ad esempio *____*
RispondiEliminaSplendida storia. Quando ci lamentiamo dei nostri difetti dovremmo sempre riflettere su storie come queste.
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