lunedì 5 ottobre 2015

Ritratto di Signora #48: Lucia Annibali

Buongiorno e buon primo lunedì del mese a tutti!

Spero che questa sia la settimana della svolta, il blog è silenzioso da troppo tempo, ma, come ho anche scritto su Facebook, è un periodo davvero ma davvero pieno.

Fortuna che il Ritratto di Signora è un appuntamento improrogabile!


L'articolo di oggi è dedicato ad una donna che è davvero un esempio di forza e coraggio, e che rappresenta quella rara bellezza di fronte alla quale mi ritrovo senza parole.

L'autrice è Daniela del blog Un Libro Per Amico. Lascio a lei la parola e buona lettura!

FONTE
Oggi ho scelto di parlarvi di una donna di cui sicuramente tutti avrete sentito parlare ma il cui nome magari non collegate immediatamente alla storia. Anche io, come tutti ne avevo sentito parlare ma ho potuto approfondirne la conoscenza leggendo il suo libro "Io ci sono. La mia storia di non amore" edito da Rizzoli dove in prima persona racconta quello di cui adesso vi parlerò.

Lucia Annibali, una forza disarmante, un coraggio non facile da trovare e che può insegnare moltissimo su come affrontare le difficoltà. E qui non parliamo di una difficoltà qualunque. È il 16 aprile 2013  quando Lucia viene sfregiata al volto con l’acido da due albanesi all’interno del suo appartamento. Lei non ha dubbi, il mandante è Luca Varani,  avvocato di successo con cui ha avuto una relazione che da tempo la perseguita.

Un uomo sicuramente disturbato - perchè una persona che arriva ad un gesto del genere non può essere una persona normale, non posso crederci - ma assolutamente lucido e in sè quando organizza un piano così tremendo, andando ad acquistare l'acido necessario, assoldando due sicari per portarlo a compimento, pensando a possibili alibi che possano scagionarlo. 

Lucia è la vittima di un amore "non amore" di un uomo che non si è mai totalmente legato a lei ma che comunque non vuole lasciarla andare, Lucia è una forza della natura per l'atteggiamento che da subito assume verso quello che le è successo, trovando la forza per reagire ed anche quella per non far pesare sugli altri la sua sofferenza.

FONTE
Non è facile leggere questo libro senza provare odio verso l'uomo che è stato capace di provocare
tanta sofferenza, non so come faccia Lucia a non farlo emergere dalle sue parole che risultano sempre di amore verso la vita e di speranza per il futuro.

Ci racconta di come tutto è cominciato, quasi per caso, una storia come tante. Avvocato lei, avvocato lui, ci si incontra per lavoro e nasce qualcosa. È una relazione strana la loro, non è ufficiale, Luca tende sempre a scappare ad un certo orario, a non farsi vedere in pubblico, a non rendere la cosa una vera relazione.

Finché Lucia non inizia ad insospettirsi e scopre un'altra donna, non un'amante passeggera ma una relazione che va avanti da anni e che comprende anche una convivenza. Si lasciano, poi lui ritorna, accampa bugie su bugie riguardo all'altra relazione; ogni volta però la situazione non cambia. Lui è ossessivo, la perseguita, la contatta continuamente, si presenta fuori dalla sua porta, cerca di riavvicinarsi a lei dicendole che con l'altra è tutto finito ma ogni sua parola è una bugia e Lucia lo sa per certo dopo che parla con Ada, l'altra, e in un confronto a tre lui ammette. Ma tutto torna a breve come prima e Lucia nonostante il grande dolore non riesce a staccarsi da quello che per lei, in quel momento, è vero amore.

Seppi dopo che avevo visto giusto: in qualche modo rattopparono lo strappo, erano ancora una coppia. Ricucito con lei, ricominciò a imporsi con me. Aveva scelto ancora lei, mi aveva mortificata, eppure mi cercava, voleva di nuovo il mondo anche da me, e la cosa più assurda di tutte è che mi mancava ancora.

Lo odiavo, ma ero felice di vederlo. Volevo che scomparisse, ma avrei fatto di tutto per parlare con lui ancora un po'. Mi nutrivo della sua presenza. Lo cercavo dove sapevo che sarebbe potuto essere. 

Lucia diventa la sua amante, non può rinunciare a lui e sa che l'unico modo per averlo è dividerlo con l'altra.
Ma nonostante questo Lucia non è libera, lui controlla i suoi messaggi, è geloso di una sua possibile ed inesistente storia con qualcuno finché una sera durante una discussione le dà due schiaffi e in lei scatta qualcosa che la porta a cacciarlo. Neanche questa è la volta buona, lui torna nuovamente alla carica dicendole che con l'altra è finita, che vuole solo lei, che cambierà tutto ma... non cambia nulla, fino al punto decisivo.

Ero esausta, lo detestavo, vederlo mi provocava un senso di nausea, non riuscivo più nemmeno a fantasticare su un possibile futuro insieme. Fine della corsa. Fine della strada.

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Provò con la dolcezza: 

"Parliamone", "Dammi un'altra possibilità, una sola". Eravamo a casa mia. Mi salutò più di una volta senza andarsene e a ogni ciao mi diede un bacio sulla guancia. All'ennesimo chiesi un po' seccata: "Ancora?" Mi arrivò un ceffone violento, inatteso, irreparabile.[...] Ebbi quel giorno la certezza che da lì in poi avrei resistito ai suoi tentativi di ritorno, che non potevo umiliare me stessa fino a quel punto.

E Lucia resiste ma anche lui non molla, cominciano pedinamenti, insulti, minacce, fino alla sera dell'acido. Solo allora Lucia scopre che le manomissioni al suo impianto del gas quella volta in cui aveva chiamato un tecnico per una perdita erano opera sua, solo allora scopre che era riuscito a fare un duplicato delle chiavi della macchina e di quelle di casa, solo allora scopre di aver scampato qualche giorno prima del 16 aprile 2003 ad un altro attacco con l'acido.

Quella che noi conosciamo grazie al libro è una Lucia che ripercorre tutta la sua storia mettendo insieme tasselli del passato a cui ora riesce a guardare più lucidamente; ripensa ai campanelli di allarme che erano scattati nella sua mente tante, tante volte, cui lei non ha mai dato ascolto; capisce quanto sia stata fortunata ad essere ancora in vita, nonostante tutto. Perché Lucia sopravvive a quell'attacco con la faccia completamente deturpata dall'acido, priva della vista e con una mano devastata.

FONTE
Solo un'equipe medica di primo livello come quella che trova a Parma e numerosissime e dolorosissime operazioni di ricustruzione riusciranno a portarla all'immagine della ragazza che possiamo conoscere oggi, segnata ma orgogliosa di mostrare il suo volto che è simbolo della sua forza e del suo coraggio.

Anche solo immaginare la sofferenza che questa donna possa aver provato è quasi impossibile; senza riserve nel libro ci spiega nel dettaglio gli interventi subiti, i giorni post operazione, la paura di rimanere cieca. 

Sono di nuovo ferma come una statua, di nuovo sotto un cumulo di bende, ancora una volta priva della più piccola forma di autonomia e sofferente più che mai. 

Una donna che dimostra quanto la sofferenza possa essere uno stimolo per fare qualcosa per gli altri. 




Una forza racchiusa tutta nella dedica del libro:

A tutti gli ustionati che ogni giorno soffrono per riconquistare un pezzetto di vita. Siate orgogliosi dei segni che resteranno sulla vostra pelle perché ogni piccola cicatrice sarà per sempre testimone della vostra forza. 

Luca Varani è stato condannato a 20 anni - pena massima che, consentitemi, è una pena ridicola - come mandante dell'accaduto.
Oggi Lucia cerca di essere un esempio per tutte le donne vittime del "non amore". 
Vi consiglio di leggere questo libro, se ancora non lo avete fatto!


Ringrazio tantissimo Daniela per aver condiviso con noi questo intenso ritratto. 
Vi ricordo che potete leggere la rubrica ogni primo lunedì del mese anche sui blog




Al prossimo mese,


2 commenti:

  1. Che storia devastante, anche iconicamente...nonostante tutto è ammirevole la forza di questa donna, davvero di esempio.

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  2. Io seguo molto da vicino le vicende di cronaca come queste. Penso che arrivare a sfigurare una donna in questo modo perché non puoi ottenere ciò che vuoi, sia il germoglio di una grossa frustrazione di fondo: la perdita di controllo sulla persona. Conoscevo solo in parte la sua storia e non avevo idea che ne avesse fatto un libro, spero anche io che sia d'esempio a tutte, affinché vadano subito a denunciare la persona che fino a pochi giorni prima pensavano di amare, ne va veramente della loro vita.

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