lunedì 2 febbraio 2015

Ritratto di Signora #40: Il coraggio di dire NO!


Buongiorno a tutti e buon primo lunedì del mese.

Non mi dilungo nell'introduzione stavolta. L'articolo di oggi, scritto da Monica di BooksLand, è un pugno allo stomaco, di quelli che vorresti schivare ma che invece ti colpiscono forte, al centro, e nausea e dolore non passano.

Buona lettura.

Il nuovo volto del terrore è alto poco più di un metro e ha grandi occhi scuri.
Ho attirato la vostra attenzione?
Ho deciso di iniziare così questo post perché non c’è un altro modo per commentare quello che sta accadendo nel mondo.

Il mese scorso, mentre tutti noi eravamo attaccati alla televisione, scossi e impauriti da quello che stava succedendo a Parigi, è passato quasi in silenzio il massacro messo in atto da Boko Haram in Nigeria.

Di questo gruppo avevamo già parlato nell’articolo scritto da Federica. Ci eravamo unite a chi chiedeva a gran voce di liberare le studentesse rapite, attraverso lo slogan #BringBackOurGirls.



Di quelle studentesse, poco si è saputo in questi mesi. Potrebbero essere ancora nelle mani dei propri rapitori, oppure essere state rivendute come schiave ad altri gruppi di fondamentalisti.

Non avete anche voi l’impressione che più il paese è povero, più l’indifferenza sia grande? Poco importa di quello che succede “laggiù” tanto è lontano dalla nostra vita quotidiana.

Subito dopo la strage al giornale satirico Charlie Hebdo, subito dopo i fatti di Parigi, subito dopo il clamore, l’indignazione tutto è tornato a spegnersi.

E dire che proprio in quei giorni gli attivisti di Boko Haram hanno trucidato circa duemila persone nella città di Baqa, e non contenti hanno utilizzato delle bambine di solo dieci anni come Kamikaze, per farle esplodere nei mercati affollati di gente.

Nessuno fa caso ai bambini giusto? Sono piccoli, sono indifesi, possono passare inosservati tra la gente, perché un bambino è il simbolo della purezza, della gioia, dell’innocenza.

Quanto bisogna essere “UOMINI” per mandare un bambino al macello? E soprattutto perché nessuno ne parla? Prima di scrivere questo post ho rimuginato tanto! Volevo dare un certo taglio all’articolo, ma appena ho iniziato a scrivere ho capito che non sarei mai riuscita a trasmettere su carta quello che volevo realmente dire. Davanti a tanto orrore, vengono a mancare persino le parole.

Potrei stare qui per ore ad urlare la mia indignazione, ma preferisco parlarvi di chi si è ribellato, con forza e coraggio, a tali atrocità. Preferisco raccontarvi le storie di Sarah, una studentessa che è riuscita a fuggire, o quella di Zahràu una bambina di soli 13 anni il cui destino era quello di farsi esplodere in un mercato.

Sarah ha diciannove anni ed è una delle cinquantatre studentesse che sono riuscite a fuggire a Boko Haram. Subito dopo essere stata rapita dal gruppo di guerriglieri, durante una sosta ha avuto il coraggio di nascondersi tra i cespugli insieme ad altre studentesse. In questo modo sono riuscite a sfuggire ai loro carcerieri, e nonostante la paura di tornare a scuola le sue parole oggi sono le seguenti:

“Sono davvero spaventata all’idea di tornare là (a scuola). Ma non ho scelta, devo completare il mio esame finale lasciato a metà”.

Il destino di Zahràu è ancora più triste e infimo. E’ stata la sua stessa famiglia a lasciarla nelle mani dei guerriglieri, la bambina (che dovrebbe avere circa 13 anni) poteva essere utile per addentrarsi in un mercato pieno di persone e farsi saltare in aria.

Zahràu non era sola quel giorno, accanto a lei c’era un’altra bambina. Me le immagino, spaventate, non consapevoli di quello che stavano andando a fare, minacciate e indottrinate da uomini adulti, che non guardano in faccia a nulla e a nessuno per raggiungere i loro scopi.

Appena entrate al mercato la bambina vicina a Zahràu ha azionato la sua cintura esplosiva, e la piccola è stata investita dalla stessa detonazione. A quel punto avrebbe dovuto fare altrettanto, ma Zahràu è solo una bambina, spaventata si è rialzata, ed è fuggita nell’ospedale più vicino per farsi curare.

Sarah e Zahràu sono solo due tra le centinaia di bambine e ragazze che devono subire questo tutti i giorni. La domanda nasce spontanea nella mia testa, come si ferma tutto ciò? Purtroppo non ho la risposta, mi piacerebbe tanto averne una.
Sicuramente non è con l’indifferenza, non è ignorando quello che accade ogni giorno nel mondo, non è pensando che tutte le persone che professano la fede islamica siano come i guerriglieri di Boko Haram.

C’è una bella differenza tra seguire la propria religione ed essere dei fanatici.

Sarah e Zahràu sono vive. Potranno continuare i loro studi, hanno avuto la forza di ribellarsi ad un destino avverso e di dire no.

No alla violenza, no al fanatismo, no alla morte.

Spesso penso alle parole di Malala Yousafzai, premio Nobel per la pace:



“Un bambino, un insegnante, un libro e una biro possono cambiare il mondo”.

E’ notizia di questi giorni che  L'ONU ha finalmente rilasciato una dichiarazione ufficiale che assegna alla Nigeria e alle nazioni vicine primaria responsabilità nel proteggere i civili e nel far rispettare i diritti umani, e richiama la necessità di una operazione militare locale efficace con maggiore sostegno. Una piccola goccia può cambiare le cose, se volete potete mantenere viva l’attenzione su questo argomento firmando la seguente PETIZIONE 

Facciamo sì che Sarah e Zahràu non rimangano casi isolati, non ignoriamo le loro sorti solo perché vivono in un continente diverso e lontano. Non ci tocca da vicino oggi, ma potremmo essere al loro posto un giorno.

Monica.






Non è la prima volta che trattiamo questo argomento, come ha puntualizzato Monica, all'inizio dell'articolo. E non è facile parlare di bambini, quando crudeltà del genere si abbattono su di loro (QUI l'articolo sulle spose bambine). Eppure bisogna parlarne, bisogna mantenere viva l'attenzione su questi terribili episodi, affinché non siano solo una notizia al volo in televisione, affinché non diventino normali, Bisogna indignarsi, fortemente, bisogna fare qualcosa, qualsiasi cosa, nel nostro piccolo, possiamo fare, fosse anche solo firmare una petizione.

Grazie a Monica, alla sua sensibilità e alle sue parole. E grazie a voi che tenete viva questa rubrica, anche solo con un commento.

Vi ricordo che i blog che partecipano a Ritratto di Signora sono:

BooksLand
Stasera Cucino Io
Franci lettrice Sognatrice
Un Libro Per Amico.

4 commenti:

  1. Post veramente interessante…stavo per scrivere bello, ma no non è bello rendersi conto di queste atrocità, per quello a volte si cerca di farle passare in secondo piano…ma no non deve diventare "normale" come dite, deve diventare bella la possibilità di cambiare queste cose…

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    1. Esatto. E grazie mille per esserti fermata a leggere, riflettere con noi e commentare.

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  2. Dopo i primi tempi con lo slogan #bringbackourgirls i riflettori si sono irrimediabilmente spenti sulle sorti di queste fanciulle che potrebbero essere le nostre sorelle, figlie, cugine. Purtroppo trattare con questi gruppi di fondamentalisti islamici non è facile ma concordo con te che l'attenzione non debba mai, mai scendere.

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    1. E' triste il fatto che alcune vicende debbano essere esaltate o messe nell'ombra in base alle tendenze del momento. Bisognerebbe tartassare in continuazione per sensibilizzare la gente.

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