lunedì 27 ottobre 2014

#1 I'm Feeling Like... A Rag Doll: Sally from Nightmare Before Christmas

"I'm Feeling" è il nome che abbiamo scelto per la nostra collaborazione, che origina dalla voglia di confrontarci ed esprimere noi stesse.

Questo gioco nasce dall'unione di quattro diverse personalità: Miki di MikiInThePinkLand, Patty di LA is My Dream, Selly di A Cosmetic Pie e Jessica di Cherry Diamonds Lips MakeUp.

I'm Feeling vedrà l'alternarsi di ispirazioni, interpretazioni e stati d'animo, che avranno come protagonisti epoche, personaggi, moda, festività e qualsiasi cosa faccia nascere in noi la voglia di sperimentare e divertirci.

Speriamo che il nostro progetto vi piaccia, che ci farete compagnia in questo percorso e che possa essere per noi un modo di imparare l'una dall'altra.



Per il primo appuntamento con questa nuova rubrica, non potevamo non rendere omaggio ad Halloween, proponendovi quattro diverse idee più o meno semplici per una delle feste, a mio parere, più affascinanti dell'anno.

Dovete sapere che, da diversi anni a questa parte, io ed il mio fidanzato abbiamo un appuntamento immancabile per questa festa: preparare un piatto a base di zucca e guardare uno dei nostri due film a tema preferiti: Il Corvo o Nightmare Before Christmas. A volte entrambi, non riuscendo proprio a scegliere.

Ho visto per la prima volta il capolavoro di Tim Burton che non ero nemmeno una ragazzina, in quei bei tempi in cui davano i FILM in tv e facevano la pubblicità solo tra il primo ed il secondo tempo.

Ricordo che all'inizio ne rimasi un po' spaventata, Jack ed il suo ghigno mi terrorizzavano, ma è bastato vederlo una seconda volta per sradicare la paura. Ed una terza per innamorarmene perdutamente.


Quando abbiamo scelto il tema delle bambole, il mio pensiero è volato inevitabilmente a lei, la rag doll, la bambola di pezza per eccellenza: Sally.




And Does He Notice My Feelings For Him? 

And Will He See How Much He Means To Me? 

I Think Its Not To Be. 


(Sally's Song)


Nella versione rivisitata della colonna sonora del film, La canzone di Sally è cantata e suonata da Amy Lee degli Evanescence, ed io ho amato questo personaggio, se possibile, più di prima.

Sally è una creatura romantica e triste dall'animo ribelle. E' segretamente innamorata di Jack e fa di tutto per aiutarlo nella sua missione, anche scappare dalle grinfie del suo creatore e padrone, il Dr. Finklestein.

Se non avete mai visto questo film, dovete assolutamente rimediare e la sera di Halloween è l'occasione perfetta.

Avrei voluto rendere omaggio a Sally in maniera più decente, ma purtroppo per motivi di tempo e di assoluta impossibilità a reperire determinati prodotti nella mia zona, ho dovuto ridurre il trucco a qualcosa di semplice, che si ispira vagamente a lei. L'avvento dell'ora solare e le tenebre che sono calate nel bel mezzo del pomeriggio hanno fatto il resto, costringendomi ad usare il flash, che ha appiattito il tutto.

Non vi metto il dettaglio di ciò che ho utilizzato, perché mi sono praticamente arrangiata con ciò che avevo, creando una base molto chiara, abbondando con cipria e ombretto bianco opaco; con un ombretto ceruleo ho coperto la palpebra mobile, creando un'ombra blu scura nella piega e sotto la rima cigliare inferiore. La matita bianca nella rima interna e una spessa riga di eyeliner danno l'effetto di occhio più grande ed erano inevitabili le ciglia finte, con un effetto un po' a ragno.
Con lo stesso ombretto blu ho fatto un contouring abbastanza marcato (che nella foto non si vede manco pegniente!) di zigomi, mento, tempie e naso e definito le sopracciglia.
Le labbra sono scure, con un effetto ombré che si continua con la riga di eyeliner che riproduce le cuciture di Sally e che ho disegnato anche sulla fronte.

E questo è il risultato:




Come vi avevo già detto, è molto semplice e forse rende solo vagamente l'idea di Sally, ma può essere un trucco veloce e facile per la notte di Halloween.

Per vedere la bellissima Doll of Death di Selly cliccate QUI


Per vedere la simpatica Ripetella di Patty, cliccate QUI


Per vedere l'inquietante Broken Doll di Jess, cliccate QUI


E voi? Da cosa vi truccherete per Halloween?

Alla prossima,

Miki, Patty, Selly e Jess.

lunedì 20 ottobre 2014

Una Nota di Colore #11: Hybrid Theory, Linkin Park

Musica è arte, musica è vita, musica è colore.

La musica può essere il filo invisibile che lega le persone, che consente loro di scoprire e di scoprirsi.
Può essere confronto, accordo e disaccordo.

La musica è storia ma anche moda, insegnamento e intrattenimento.

"Musica" è la parola chiave di questa nuova collaborazione, che vede, di nuovo, affiancato MikiInThePinkLand a LA is My Dream.


"Una nota di colore" è il nostro modo di raccontarvi qualcosa di noi, un modo per conoscerci e per farci conoscere. Una sorta di "get ready with me" che tanto va in voga su YouTube, con la differenza che il risultato finale è dettato unicamente dalla musica.

In questi dodici appuntamenti mensili, vogliamo fare un viaggio alla scoperta dei nostri album preferiti, raccontarveli, condividere con voi il ruolo che essi hanno o hanno avuto nella nostra vita e, ad ogni album, abbineremo un trucco e vi mostreremo i prodotti utilizzati.

Spero che l'idea vi piaccia come è piaciuta a noi, che la coltiviamo ed elaboriamo da oltre un anno.


Ogni secondo lunedì del mese, quindi, vi aspettiamo qui a cantare e truccarvi con noi!


Dopo una pausa forzata, dovuta a diversi motivi, io e Patty siamo tornate con il nostro adorato appuntamento truccomusicale. Dire che mi è mancato è dire poco. Non vedevo l'ora di mettermi all'ascolto e lasciarmi trasportare.
Pensare che questo sia il penultimo post mi mette un po' di tristezza in realtà. I mesi sono volati e ogni volta è stato bellissimo leggere i vostri commenti.

L'album di oggi è uno dei preferiti di Patty, ma parleremo di una band che piace moltissimo anche a me e che, come spesso mi è capitato, ho conosciuto per caso.

Vi ricordate quando vi ho parlato di Fallen? In quel periodo conoscevo i Linkin Park da pochissimo ma già mi ero lasciata irretire dal loro sound. 

Hybrid Theory è il primo album in studio della band statunitense, un album che ha venduto ventisette milioni di copie, portando il disco al 78° posto nella classifica dei 100 dischi più venduti di sempre.

Nonostante l'album sia etichettato come nu-metal, in Hybrid Theory i Linkin Park riescono a fondere generi totalmente diversi, riescono a fondere ispirazioni grunge, hip hop, rap e metal, appunto, in un risultato originale che riesce a coinvolgere un vastissimo pubblico, attratto anche dai temi affrontati nelle loro canzoni.
La stessa cover, disegnata da Shinoda (voce, chitarra ritmica e tastiera), simboleggia la fusione dell'aggressività del metal - il soldato - con la leggerezza delle ali di libellula - il rap.


L'armonia di generi tanto diversi emerge già in Papercut, prima traccia dell'album, dove il rap cantato di Shinoda si fonde con la voce pulita di Chester Bennington ed un fondo melodico di chitarre si armonizza con i suoni elettronici più graffianti dei sintetizzatori. Tale intreccio prosegue in ogni singola traccia, nell'alternarsi di atmosfere più rabbiose e di denuncia con melodie più dolci ed introspettive. Durante l'ascolto non si può non notare le doti vocali del cantante, che oltre ad un'estensione vocale notevole riesce ad alternare vocalizzi dolci ad esplosioni decisamente più rabbiose ed incisive.
Lo sapete che sono un'amante delle "belle voci" e la sua è una di quelle che mi piacciono moltissimo.
Non voglio soffermarmi troppo su ogni singola canzone, Hybrid Theory è un disco decisamente introspettivo ed ognuno di noi, ascoltandolo, potrebbe trarne emozioni differenti. Ed io vi consiglio di farlo.
La canzone di cui voglio invece parlare e a cui mi sono ispirata per ilo trucco di oggi è In The End:



Capolavoro o successo commerciale? Be', a mio parere decisamente un capolavoro. Dal testo alla musica al videoclip, diretto da Joe Hahn, DJ della band.

In The End inizia con una delicatezza che non ti aspetti, nonostante ciò il messaggio è da subito potente e diretto. Gli accenti ti trascinano al punto che non puoi trattenerti dal seguirne il ritmo tamburellando con le dita. 
Il rap di Shinoda si incastra perfettamente con la strofa di Bennington. Se poi ascoltiamo il tutto guardando il video, il risultato è emozionante: l'alternarsi di scenari aridi alla luce decadente del crepuscolo, rovi che si intrecciano ma che alla fine lasciano il posto ad un prato verde e rigoglioso, il tutto sotto lo sguardo attento di una sorta di divinità dalle fattezze femminili che potrebbe simboleggiare Madre Natura.
La canzone è un inno alla vita, un'esortazione a non lasciarsi scorrere il tempo tra le dita ma impegnarsi a e dare il meglio di noi stessi.



One thing I don't know why

It doesn’t even matter how hard you try

Keep that in mind, I designed this rhyme
To explain in due time

Time is a valuable thing
Watch it fly by as the pendulum swings
Watch it count down to the end of the day
The clock ticks life away

Didn’t look out below
Watch the time go right out the window
Trying to hold on but didn’t even know
I wasted it all just to watch you go




Per il trucco mi sono lasciata trasportare da questa duplice caratteristica. Da una parte l'aridità e l'ostilità dei rovi, dall'altra l'acqua che dà la vita.

Ho utilizzato, come base

- Bourjois Healthy Mix in Light Beige, n°53

- L'Oréal Accord Perfect in Vanilla, n°02

- MAC Blot Powder in Medium

- MAC Brow-Set in Show Off, per riempire le sopracciglia





- NYX Jumbo Eye Pencil in Yogurt su tutta la palpebra mobile

- Montalto Kajal bianco come illuminante sotto l'arcata sopraccigliare e nell'angolo interno

- NABLA Dreamer sfumato nella piega dell'occhio

- NABLA Christine nell'angolo interno e sotto l'arcata


Dalla palette Makeup Delight di Neve Cosmetics:

- Texas nell'angolo esterno
- Tacco 12 al centro della palpebra
- Trinacria nel primo terzo interno di palpebra mobile
- Biker Chic lungo la rima cigliare inferiore dell'occhio destro
- Monterey lungo la rima cigliare inferiore dell'occhio sinistro e per i gambi dei fiori sul lato sinistro del volto. Lo stesso ombretto sulle labbra, pressato col polpastrello su una base appiccicosa (ho usato un balsamo labbra)
- It's a Boy al centro della bocca
- Utban Decay 24/7 Glide-On Eye Pencil in Radium, nella rima interna dell'occhio sinistro
- Kiko Double Glam Eyeliner n°09 (non ricordo la collezione), la parte tortora scuro nella rima interna dell'occhio destro e come eyeliner
- H&M Chocolate Eye Pencil per disegnare i rovi sul lato destro del volto
- Kiko Lip Pencil n°203 e Glamorous Eye Pencil n°400 per i fiorellini

E questo è il risultato:






Dite che ho risentito troppo dell'atmosfera di Halloween?

Per leggere il post di Patty e vedere il suo trucco, cliccate QUI:



Spero che anche stavolta il post vi sia piaciuto. Al mese prossimo,

Miki&Patty

lunedì 6 ottobre 2014

Ritratto di Signora #36: Le Signore del Volley. Quando un sogno diventa realtà!

Ebbene sì, sono viva e sono tornata ad augurarvi "Buon primo lunedì del mese"!
Prima di addentrarmi nel post di oggi, vorrei ringraziare chi, in questo lungo periodo di assenza, ha continuato a commentare e ad iscriversi al blog sia tramite GFC che tramite Bloglovin.
Il blog mi è mancato e non vedo l'ora di riprendere il ritmo e di rispondere ai tantissimi commenti agli scorsi post.



Ci eravamo lasciati con un Ritratto e ci ritroviamo con un altro Ritratto, che ho scritto io ed a cui tengo particolarmente. Non mi dilungo oltre e vi auguro buona lettura!

Anche questo mese, come al solito, l’idea di partenza era del tutto diversa. Da tempo avevo in mente un Ritratto di Signora ben preciso, ma, dopo la giornata di ieri (mentre scrivo è il 2 Ottobre), ho sentito la necessità, il bisogno di rendervi partecipi della mia esperienza, raccontandovi una delle giornate più belle della mia vita.
Perché sì, i sogni ogni tanto si avverano e, quando succede, ti lasciano dentro una sensazione indescrivibile.


Come ogni figlia degli anni ’80, la mia passione per la pallavolo è nata davanti alla tv, Mimì Ayuara
prima e Mila Hazuki poi mi hanno fatta innamorare follemente dello sport più bello del mondo.
Non avendo una risonanza nemmeno paragonabile, purtroppo, a quella che ha il calcio, sono stata costretta dal palinsesto televisivo a seguire solamente la nazionale, agli inizi, col risultato che ne sono diventata una tifosa sfegatata (all’epoca non esisteva nemmeno internet e la possibilità di informarsi era praticamente nulla!).
L’Italia di Giani e Bovolenta, la cui scomparsa mi ha fatto versare non poche lacrime, mi ha entusiasmato a livelli indicibili, ricordo ancora l’espressione esterrefatta di mia nonna, durante una partita con l’Olanda. Avevo 8 o 9 anni, abbiamo perso ed io ho pianto.

Ma è stato solo alla fine degli anni ’90 che ho scoperto le Signore del Volley, la nazionale italiana femminile e, da allora, quella è la mia squadra, la squadra che nel 2002 ha vinto i mondiali in Germania dopo una spettacolare partita con gli Stati Uniti, conclusasi al 5° set, mondiali che hanno eletto Elisa Togut migliore giocatrice del torneo.



 Gran parte del merito, a mio parere va alla GRANDIOSA Eleonora Leo Lo Bianco, cervello della squadra, una delle alzatrici migliori del mondo, in grado di variare l’azione e di fare passaggi precisi al millimetro, tenendo sempre conto delle caratteristiche dell’attaccante di turno.
Leo non è solo un’atleta fantastica, è anche una donna caparbia, che durante la sua carriera ha dovuto affrontare momenti difficilissimi, come nel 2010 quando le venne diagnosticato un tumore al seno. Operata, torna in campo in tempi record, vincendo il suo secondo scudetto con il club e successivamente la Coppa del Mondo per la seconda volta. Ad oggi è la giocatrice azzurra con il maggior numero di presenze in nazionale, anche tra i suoi colleghi maschi: 530!!!
La nazionale di quel periodo non è nota solo per le vittorie ed il talento, ma per un altro episodio, negativo stavolta, unico nel suo genere, e che mette in evidenza la determinazione e l’orgoglio di queste ragazze: unite e decise, chiedono e ottengono l’allontanamento dell’allenatore Marco Bonitta, a seguito di episodi spiacevoli, durante il Grand Prix del 2006. A lui seguirà il mio adorato Massimo Barbolini, con il quale le azzurre, arricchite dalla presenza di giocatrici come Aguero, Barazza, Gioli e tante altre, dopo essere arrivate quarte al mondiale del 2006, vincono due Coppe del Mondo, nel 2007 e nel 2011. E’ proprio con Barbolini che le azzurre stabiliscono il record di vittorie consecutive, 26 contro le 20 della nazionale italiana maschile.

Lasciatemi aprire una piccola parentesi: la fast Gioli-Lo Bianco, è una delle cose più meravigliose che siano mai esistite! 



Ammetto che quando ho saputo che Bonitta avrebbe allenato nuovamente la nazionale, la mia reazione non è stata delle migliori, soprattutto per il fatto che in squadra sono tutt’oggi presenti giocatrici protagoniste della vicenda del 2006.
L’esordio al Grand Prix è stato timido ed ha visto in campo una nazionale giovanissima, con un forte potenziale ma con pochissima esperienza, soprattutto quando chiamata a gestire situazioni difficili di forte stress mentale e fisico. Le premesse per il mondiale non erano delle migliori e alcune scelte dell’allenatore mi hanno lasciata molto perplessa. Di certo è che un rinnovamento è fisiologico, e dopo una grande nazionale ci sono sempre delle fasi di discesa e di assestamento. Stavolta però non si poteva aspettare, il mondiale era alle porte e per la prima volta si sarebbe giocato proprio nel nostro Paese, l’Italia avrebbe ospitato il Women’s World Championsip 2014.
Ho fatto i salti di gioia? Ma noooooo.
Un appuntamento così importante ha reso necessaria la convocazione di molte veterane, la cui esperienza e maturità, affiancata alla freschezza ed all’esuberanza delle più giovani, ha dato ottimi risultati nella prima fase del torneo.



La mia avventura inizia il 29 Settembre, giorno del mio onomastico, in cui ho ricevuto uno dei regali più belli che mi si potessero fare: il biglietto per il match Italia-Azerbaijan che si sarebbe giocato l’1 Ottobre a Bari, a 130km da casa. L’agitazione, l’eccitazione e tanta aspettativa mi hanno accompagnata lungo il tragitto che mi avrebbe portato al Palaflorio, affiancata dal mio fidanzato che ha reso possibile che il sogno si avverasse.



Ho provato un po’ di amarezza nel vedere una città completamente spoglia ed ignara del fatto che proprio lì si tenesse un mondiale. Immaginate se si fosse trattato di calcio…
Poco prima dell’apertura dei cancelli però l’ambiente ha cominciato a colorarsi di azzurro e di arricchirsi dei tanti tricolore. Il pubblico, che aspettava pazientemente, era composto da giovani atleti, grandi appassionati, famiglie, ragazzine che sognavano di incontrare il loro idolo, come colei a cui ho
avuto l’onore di disegnare il nome “LEO” in tricolore sulla fronte, e come me, non più ragazzina certo, ma in visibilio al solo pensiero di veder giocare Paola Cardullo, uno dei migliori liberi a livello mondiale!!!

Solo per un attimo, mentre assistevo alla sfida tra Belgio e Rep. Dominicana, ho dimenticato ciò che avrei visto da lì ad un paio d’ore, ma è bastato veder comparire, in fondo, in un angolo, quei visi che ho sempre guardato in televisione per distogliere completamente la mia attenzione da ciò che stava succedendo in campo. “Costagrande!”, “Aaaaaah, la Arrighetti”, “La Cardullo, la Cardullo, la Cardulloooooooooooooo!!!”, ero in pieno delirio!!!











L’ingresso in campo, la fase di riscaldamento e infine gli inni nazionali, momento in cui le atlete mostrano rispetto reciproco verso il Paese di provenienza delle avversarie. 








Schierate in campo, a pochi passi da me, le azzurre sono ancora più belle, in tutti i modi in cui una donna può essere bella, imponenti e forti che alla televisione. Le azioni si susseguono rapide, e da subito l’Italia mostra grande superiorità in campo, grazie a fuoriclasse come Valentina Arrighetti, Cristina Chirichella, Valentina Diouf, Antonella Del Core, Carolina Costagrande e, naturalmente, Leo Lo Bianco, che dirige la sinfonia. Non è stato indifferente nemmeno il contributo di Nadia Centoni, il capitano Francesca Piccinini, Cristina Bosetti e Noemi Signorile. E sì, lo ammetto, anche il libero De Gennaro ha fatto in qualche momento la sua parte. Per me è stata una grande tristezza vedere la Paoletta amareggiata in panchina, ma mi accontento.

Assistere alla partita, vedere il bellissimo gioco di squadra di queste signore del volley, sentire le urla di sfogo, vedere le smorfie di dolore nei loro visi e nonostante tutto continuare a dare il massimo fino all’ultimo, anche dopo aver perso il terzo set e aver cominciato, zoppicanti, il quarto che alla fine abbiamo vinto, portando a casa il match. 




Gli applausi ed il tifo del pubblico, unito, composto, in un’atmosfera talmente distesa che anche la
Polizia si godeva il gioco. Tutto è stato semplicemente perfetto, fino alla fine. 
Oltre la fine, quando nonostante lo sforzo fisico, alcune giocatrici si sono avvicinate agli spalti a concederci sorrisi, autografi e fotografie e a ringraziarci – loro a noi! – per il sostegno.

E anche il mio fidanzato ha realizzato il suo sogno!









Se prima le azzurre occupavano un posticino nel mio cuore, adesso, nel ricordo della splendida giornata di ieri, occupano un posto d’onore, ed io le sosterrò fino all’ultimo, sperando in un grandissimo successo.




Miki.


Proprio ieri sera le azzurre hanno vinto contro la Cina, dopo una partita al cardiopalma ottenendo la prima posizione nel girone. E da mercoledì comincia la terza ed ultima fase del mondiale, la Final Six, a Milano, dove si scontreranno le sei squadre più forti del mondo. Comunque vada, sono orgogliosa di questa squadra che ha mostrato una grandissima forza di volontà e, soprattutto, una grandissima voglia di vincere, tutte assieme.

Vi ricordo che trovate la rubrica, oltre che su MikiInThePinkLand, anche su BooksLand, Stasera Cucino Io, Un Libro Per Amico e Franci Lettrice Sognatrice.

Alla prossima,

Miki.