sabato 30 aprile 2016

Ti racconto una storia: il mio Pandora

In pieno delirio da non so cosa diavolo mettere in valigia, oggi voglio finalmente parlarvi dei miei charm Pandora e della storia che raccontano. Tempo fa me lo avevate chiesto ed ho aspettato di completarlo per una panoramica completa:


Pensate che quando hanno cominciato ad andare di moda questi bracciali, mia madre ne era innamorata, ma a me non piacevano affatto. Non avevo però capito quale fosse il senso di tanti ciondoli diversi, così poi a distanza di tempo mi sono lasciata conquistare.

Tutto è nato con una promessa...


Prima di partire per l'Afghanistan, a Febbraio del 2014, il mio fidanzato mi ha promesso di tornare, che era ovviamente la cosa a cui tenevo di più, e poi mi ha regalato un sogno, un sogno che condividevamo da diversi anni: visitare New York. Al suo ritorno saremmo partiti per la città che non dorme mai e questa promessa, organizzare il viaggio, parlarne durante le brevi e disturbate chiamate su Skype ci ha aiutato ad affrontare mesi durissimi.
Lui è tornato a Settembre ed a Gennaio del 2015 siamo partiti per il viaggio più emozionante della nostra vita, finora.
Potete leggerne il resoconto QUI.

Ogni charm che ho aggiunto da allora, anche quelli che mi sono stati regalati, hanno un significato particolare, oppure rappresentano e racchiudono qualcosa che mi piace tanto. Adesso che è terminato, il mio bracciale parla di me nelle mille sfumature che caratterizzano la mia personalità.


Durante l'ultima mattinata a Manhattan, precisamente a Soho, ho voluto chiudere il cerchio ed arricchire il mio bracciale con un charm che mi ricordasse le splendide emozioni provate e che fosse esclusivo, introvabile in Italia.

A Gennaio, per il mio compleanno, ho avuto in dono charm splendidi e speciali:


Questo pavé si fa sicuramente notare tra i miei ciondoli, perché non avevo nulla di simile, avendo scelto sempre charm più lineari e semplici. Il suo scintillio mi ricorda in ogni momento le persone speciali che ho nella mia vita e che sono parte della mia famiglia.

Ma parlando di persone speciali, eccone altri due che hanno arricchito il mio bracciale ed i miei ricordi:



Lo sapete che la musica è fondamentale nella mia vita e ricevere la chiave di violino dai miei artisti preferiti non ha prezzo.

Continuando a parlare di musica, ho scelto altri ciondoli che si riferiscono ad alcune delle mie canzoni preferite:


L'infinito, per "L'Infinito in un istante" (titolo che ho tatuato sulla mia spalla sinistra)


La maschera teatrale per "La Preghiera del Clown"

Ed infine la nota:


I bracciali Pandora necessitano di due clip, charm particolari che coprono due filettature intermedie. Le clip servono sia a non far rovinare tali filettature, sia a mantenere i charm fermi al loro posto:



Le due clip che ho scelto sono una a trama floreale ed una con i ghirigori, i due pattern che mi piacciono di più.

Ho scelto poi alcuni charm per i loro dettagli rosa:


Il fiore di ciliegio, a simboleggiare la mia passione per il Giappone ed il mio sogno di vedere l'Hanami.



Cuori rosa, così carini e vezzosi, che fanno tanto me...

Da anni accanita bevitrice di tè, nel mio bracciale non potevano mancare teiera e tazzina e prima o poi affiancherò anche il cupcake:



Non sono deliziosi?

Uno dei primi charm che il mio fidanzato mi ha regalato è stato il biglietto di San Valentino:


Mi piace tantissimo il fatto che si apra, ma proprio per questa caratteristica è un po' difettoso perché dopo un po' tende a non chiudersi bene. E' l'unico che ho riportato indietro con la garanzia, mi è stato sostituito, nonostante fosse un'edizione limitata, ma a distanza di un po' di tempo anche il secondo comincia a presentare lo stesso difetto.


Nel 2014 si è disputato in Italia il mondiale di Volley femminile, potete immaginare la mia reazione quando sono venuta a sapere che una delle città che avrebbero ospitato le gare sarebbe stata Bari. Abbiamo fatto i biglietti ed il 1 Ottobre eravamo sulle gradinate a fare il tifo!
Prima di recarci al palazzetto, abbiamo fatto un giro in centro e siamo andati nel mio Pandora Store preferito. Il pallone di volley, consigliato dalla mitica Lea, è venuto a casa con me.


Mi sono sempre definita gattara, perché amo i gatti ma forse anche perché li ho sempre visti come animali poco impegnativi e quindi più facili da tenere. In casa mia un cane è sempre stato fuori discussione. Prima di Amy...

Ed è proprio ad Amy che è dedicato il charm che ha completato il mio primo bracciale:


Le farfalle sono un'altra mia passione, soprattutto quelle stilizzate:


Dello stesso stile è anche questo ciondolo con i cuori, simbolo predominante nel mio bracciale:


Un'altra mia passione sono le fatine, adoro Trilly in particolare, ma il mondo fatato mi affascina da anni. Non poteva quindi mancare lei:


Le chiusure di sicurezza non sono indispensabili ma molto utili. Si tratta di una catenella che tiene unite le due estremità del Pandora:


Questa me l'hanno regalata i miei genitori e mi piace pensare che un legame, qualcosa te niene unito e al sicuro venga proprio da loro.

E per finire, l'ultimo charm che ho ricevuto in dono dal mio fidanzato:


Con questo ciondolo ho iniziato il mio secondo bracciale:



Per rimanere in tema Pandora, ho anche un paio di orecchini con il fiore di ciliegio come il ciondolo e l'anello a forma di tiara di principessa:



Anche voi avete un Pandora? Quali sono i vostri charm preferiti?

Alla prossima,


mercoledì 27 aprile 2016

MikiInTheBigApple 2.1: Top 5 Emotions in NYC, in collaborazione con Spendi&Spandi


Mancano sei giorni. L'ansia sale, le preoccupazioni aumentano ed il momento più temuto si avvicina: fare la valigia!
Se riuscirò a scrivere un post sui beauty (sì, plurale), vedrete che ho deciso di portare meno dello stretto indispensabile, anche perché stavolta ho intenzione di fare tantissimo shopping cosmetico, ma in quanto ad abbigliamento sono in alto mare. 
Pare che a New York non sia ancora arrivata la primavera ed io ho già accantonato tutte le maglie pesanti. Mi viene da piangere al pensiero che il meteo porta tuoni e fulmini per i giorni in cui saremo lì e spero tanto che le cose cambino...

Detto ciò, eccoci con il secondo appuntamento con questa seconda edizione della rubrica, che vi ricordo essere in collaborazione con Spendi&Spandi.

Forse anche per quello le aspettative adesso sono altissime e mi piacerebbe che fosse tutto perfetto.

New York non è fatta solo di posti da vedere, è fatta di suoni, rumori, odori, sensazioni. E' una città che si può osservare da mille prospettive diverse. Basta una giornata di sole a renderla diversa da una giornata di pioggia. E' proprio la vita che cambia, le dinamiche, la gente. Ed è tutto assolutamente affascinante.

Nel post di oggi, io e Giulia vi parleremo delle cinque esperienze che vorremmo assolutamente fare nella Grande Mela, dopo avervi parlato dei luoghi che non vogliamo perderci.

5 - Picnic a Central Park

Fonte
Ho amato Central Park, avrei voluto rimanere lì per tutta la permanenza, ascoltare i suoi silenziosi rumori, leggere ogni singola dedica sulle panchine. Guardando i suoi grandissimi spazi verdi, ho immaginato quanto potesse essere meraviglioso starsene seduti lì, a piedi nudi, mangiando un tramezzino e godendosi il sole primaverile. Speriamo bene, incrociate le dita per me!

4 - Un giro sul Carosello di Jane

Fonte
Questa giostra, costruita nel 1922, è stata inserita nella Lista Nazionale dei Posti Storici, una menzione unica e straordinaria.
Dopo la chiusura del parco per il quale era stata destinata, in Ohio, la giostra è stata installata nel Brooklyn Bridge Park, il 16 Settembre del 2011, affacciata sull'East River, dalla quale si gode una splendida vista di Manhattan.

3 - Attraversare il ponte di Brooklyn

Fonte
Visto solo da lontano l'altra volta, stavolta vogliamo raggiungere Brooklyn a piedi e goderci la traversata su questa storica costruzione. Non vedo l'ora.

2 - Hanami

Fonte
Avete letto bene e lo so che non è il Giappone la mia meta, ma nel Giardino Botanico di Brooklyn c'è un'ampia sezione dedicata alla terra del sol levante ed io sogno di vedere i ciliegi in fiore da una vita.

1 - Il tramonto dall'Empire State Building

Fonte
Non avrei mai immaginato che per arrivare in cima avremmo dovuto fare ore ed ore di fila e ci siamo persi il tramonto. Stavolta non ci fregano, a costo di passare tutta la giornata lì sopra.
Se già la vista di notte è senza fiato, non oso immaginare cosa potrà essere con una tale luce.
Ovviamente vi aggiornerò al mio ritorno, sperando di raccontarvi questo e tanto altro...

Per vedere le emozioni che vuole provare Giulia, cliccate QUI.

ALTRI POST:


Alla prossima,


lunedì 25 aprile 2016

#11 I'm Feeling Like... Creamy Mami (I cartoni della nostra infanzia)

Quando abbiamo deciso di realizzare per la rubrica I'm Feeling un trucco ispirato al cartone animato della nostra infanzia, in automatico ho pensato a Sailor Moon
Poi mi sono fermata a riflettere ed ho realizzato che dagli 11 ai 17 anni, non è propriamente infanzia e che forse avrai dovuto scegliere il cartone che più amavo da bambina.
Sin da quando ho memoria, ho sempre amato cantare, per questo i cartoni che mi piacevano di più erano quelli la cui protagonista era una idol.

Tanto per rinfrescarvi la memoria:
Ciao Sabrina
(Fonte)
Magica Emi
(Fonte)

Su tutte, la mia preferita in assoluto era Creamy:

(Fonte)
Voi non avete idea dei pomeriggi passati a cantare le canzoni presenti nel cartone, in compagnia della mia amica Alessandra:

Dimmi Che mi ami teneramente


Rossetto delicato


Senz'altro amore
(la mia preferita)


Ho desiderato così intensamente essere Creamy da bambina. Volevo cantare e volevo indossare quegli splendidi abiti tutti fiocchi e balze.

Ho pianto durante l'ultimo episodio e mi viene ancora il magone se lo riguardo... In compenso il concerto finale è bellissimo!



Fare un trucco ispirato a Creamy potrebbe sembrare facile. Nelle immagini si intravede un ombretto azzurro pastello ed un po' di gloss. Volevo però rendere quella sensazione di gioia e serenità che questo cartone animato mi trasmetteva.
Purtroppo il giorno in cui ho realizzato il trucco non è stata né una giornata gioiosa né serena, in più la fotocamera non ha collaborato affatto, quindi non sono per nulla soddisfatta del risultato, ma questo è e ve lo beccate lo stesso:


Ho optato per una base molto leggera, che uniformasse il colorito senza appesantire il viso, una spolverata leggera di blush e labbra molto naturali, lucide e con una punta di colore al centro.

Per gli occhi voluto accostare al celeste pastello anche un color lavanda, che riprendesse il colore dei capelli di Creamy.
Nonostante non ami la matita bianca all'interno dell'occhio, ho voluto metterla ugualmente, per dare l'illusione di occhio più grande, tipico degli anime giapponesi.

I cartoni animati nipponici hanno la caratteristica di avere ciglia lunghissime verso l'angolo esterno, per questo ho usato le ciglia finte.


Nessuna foto frontale, sorry (anzi, ringraziatemi!).

I prodotti che ho utilizzato sono:


Per la base:
- Fondotinta Fuido Liquidflora n° 03
- Correttore Fit Me di Maybelline n°10
- Cipria Surreale Neve Cosmetics
- Blush Kiko Soft Touch n°110

Per le sopracciglia:
- Kiko Precision Eyebrow Pencil n°02
- Essence Make Me Brow gel mascara n°02
- Nabla Magiv Pencil in Light Nude

Sulle labbra:
- Kiko Long Lasting Colour Lip Marker n°108
- Kiko Iridescent Lipgloss n°02


Sugli occhi:
- Neve Cosmetics Pastello Occhi Piuma/White 
su tutta la palpebra mobile come base e nella rima interna inferiore
- Pupa Vamp Cream Eyeshadow  Velvet Matt n°003 nella piega
- Urban Decay 24/7 Eyepencil in Perversion lungo la parte esterna della rima cigliare inferiore
Dalla palette Snapshots di Sleek
- Summer Breeze su tutta la palpebra mobile
- Purple Haze nella piega
- Neve Cosmetics Coco sotto l'arcata sopraccigliare e per fissare la matita bianca nella rima
- Max Factor Masterpiece Transform Mascara
- Kiko Top Coat mascara
- Mac Reflects Transparent Pink nell'angolo interno
- Essence Liquid Ink Mascara Waterproof
- Essence Lashes to Impress n°03, Half Lashes

Ma ora passiamo alla parte più bella di questo post, i trucchi delle mie fantastiche compagne di viaggio:

Jess - Card Captor Sakura
Patty - Jem e le Olograms

Selli - Il Mistero della Pietra Azzurra

Che state aspettando? Correte da loro...

Qual è il cartone animato della vostra infanzia?
Alla prossima,


sabato 23 aprile 2016

MikiInTheBigApple #8: 7 Gennaio, Soho, Downtown, Financial District, Brooklyn Bridge e rientro a casa (tragico)


Avere l'aereo nel pomeriggio, in teoria, ci ha consentito di godere di questa splendida città ancora una volta, per mezza giornata.
L'intenzione era di esplorare downtown e di concludere la nostra passeggiata a Soho, prima di recuperare i bagagli e raggiungere l'aeroporto.
Non poteva mancare l'ultima colazione da Starbucks, con caffè e Lemon Pound Cake, l'unico dolce di cui io abbia fatto il bis. E' semplicemente deliziosa, ho provato anche a riprodurla ma con scarsi risultati.

Abbiamo raggiunto downtown con la metro, scendendo alla fermata del World Trade Center. Da lì abbiamo semplicemente camminato, incontrando tante meraviglie:


L'ho già detto che adoro la metro di Manhattan? E' un mondo a parte, in cui succede di tutto! (Queste sono le occasioni in cui mi pento - più o meno - di non avere sempre il telefono in mano)


La St. Paul Chapel è il luogo in cui sono stati organizzati i primi soccorsi dopo l'attentato alle torri gemelle. Entrare lì dentro è stata una full immersion in tanto dolore, ricordi e coraggio, il coraggio di tantissimi volontari, eroi, che non hanno esitato di fronte ad una tragedia che ha cambiato la storia.





Tra le chiese più antiche di Manhattan, nella St. Paul Chapel si respira un'aria solenne, nonostante una struttura architettonica piuttosto semplice.

In un angolo si può osservare il posto da cui George Washington assisteva alla funzione:


Da lì, siamo arrivati sulle sponde dell'East River e ci siamo ritrovati di fronte alla più grande erezione del secolo (avete riconosciuto la citazione, no?):




Siamo poi risaliti verso la città lungo Wall Street, per ritrovarci poi di fronte alla splendida Trinity Church:










 Un luogo sacro, in cui riposano persone vissute nel '700, in cui si ascolta un silenzio surreale, nonostante sia circondato da uno dei quartieri più frenetici della City

Wall Street
Risalendo ancora ci siamo addentrati a Soho. E' incredibile come tutto cambi.
Alle spalle edifici imponenti e grigiore, che fanno spazio a muri in mattoni rossi, colori variopinti, locali e negozi. Ero così attenta a guardarmi in giro che non ho pensato di fare nemmeno una foto.
Soho è sicuramente un quartiere da esplorare meglio, e ne abbiamo tutta l'intenzione.

Questo viaggio è inziato con un charm ed è finito con un charm:



Prima di tornare in albergo e prendere i bagagli per recarci in aeroporto, abbiamo mangiato la dosa da Hampton Chutney & Co., una pietanza di origine indiana, una sorta di crèpe ripiena in vari modi:


E' una cosa enooooooorme e a me non è piaciuta affatto. Peccato, mi sono rovinata l'ultimo pasto...

Da quel momento in poi, tutto è precipitato rovinosamente.
Una volta in aeroporto, dopo aver fatto tutti i controlli ed imbarcato il bagaglio, il nostro volo ha cominciato ad accumulare ritardo. I minuti sono diventati ore e noi passeggeri eravamo all'oscuro di ciò che stesse succedendo.
Ma al giorno d'oggi le notizie viaggiano velocemente e non c'è voluto molto a scoprire dell'attentato a Charlie Hebdo ed il nostro volo avrebbe dovuto fare scalo a Parigi. Fate due più due...
La cosa peggiore - per noi ovviamente - è stata l'incapacità totale con cui quelli di Air France hanno gestito una situazione d'emergenza. Erano nel panico più totale e questo li ha portati a dimenticare totalmente la nostra presenza. E per nostra intendo anche quella di persone con particolari esigenze: bambini, anziani, disabili, persone stanche di aspettare, persone affamate, persone infreddolite, raffreddate, ammalate. Continuavano a negare che il ritardo fosse connesso all'attentato ed insistevano ad affermare che si trattasse di un guasto all'aereo. Ora, ci rendiamo conto? Invece di dirmi che il traffico aereo è bloccato, mi dici che l'aereo su cui dovrei salire ha un guasto che verrà riparato? MA CHE SIETE IDIOTI???
Io ero letteralmente nel panico, il pensiero di salire su un aereo guasto mi terrorizzava e la stanchezza non aiutava a pensare lucidamente.
Non è tutto. Ad un certo punto ci hanno fatti salire sull'aereo. L'aereo è rimasto fermo per sei ore. Ci hanno fatto stare su un aereo fermo SEI ORE. Ogni tanto cominciava a muoversi, ci illudevamo che sarebbe decollato di lì a poco e invece nulla.
Dal guasto siamo passati alla presenza di un bagaglio sospetto ed alla necessità di dover svuotare e ricaricare la stiva. Giusto per tranquillizzarci (!!!).
Alle tre di notte ci hanno fatti scendere. Volo annullato.
Recuperati i bagagli, a piccoli gruppi ci hanno portati con i pullman in vari hotel in cui passare il resto della notte.
Avete presente, nei film, quando cancellano un volo e per farsi perdonare ti portano in quelle strutture affiliate di lusso? Nei film, appunto...
L'hotel che ci è toccato a noi era nel Queens e penso che da quella camera anche gli scarafaggi se ne erano scappati! Avevo paura anche di sedermi sul letto tanto ero schifata. Faceva un freddo allucinante ed eravamo esausti, fisicamente e psicologicamente. Abbiamo provato ad accendere una sottospecie di condizionatore antidiluviano che ha iniziato ad emettere rumori horror ma nemmeno un accenno di aria calda. Abbiamo chiamato la reception, chiedendo se potesse venire qualcuno ad aiutarci ed alla fine ci hanno cambiato stanza. Non che la seconda fosse migliore, ma almeno era calda.
La mattina dopo, abbiamo fatto colazione e cercato di metterci in contatto con casa. Avevamo finito la nostra promozione per connetterci in roaming, in quella catapecchia non c'era wifi e la scheda telefonica che ci avevano dato i tizi di Air France non funzionava. C'erano persone disperate perché avevano finito il contante ed una signora che piangeva perché il marito aveva la febbre e non sapeva se era semplice influenza o se fosse tornata la leucemia. Era terrorizzata, non aveva medicinali con sé e non aveva fatto l'assicurazione. Quando le ho dato la Tachipirina era incredula e non finiva di ringraziarmi.
L'appuntamento con il pullman per l'aeroporto era alle 9:00, ma fu rimandato alle 14:00.
Tutto sommato, in quell'albergo, siamo stati trattati bene, anche il pranzo è stato decente. Più tardi avremmo scoperto che altri passeggeri erano stati portati in strutture peggiori, ammucchiati tutti insieme in una stanza e tenuti a digiuno.
In aeroporto, in fila per imbarcare il bagaglio, ci siamo accorti subito che c'era qualcosa che non andava. La fila era praticamente immobile ed il volo aveva ricominciato ad accumulare ritardo per poi risultare nuovamente cancellato. Da quel momento è stata l'isteria. 
Persone a cui avevano già imbarcato il bagaglio e che non sapevano che fine aveva fatto, anziani stanchi che chiedevano una sedia a rotelle senza ottenere nulla, bambini che piangevano, banchetti presi d'assalto per capire le sorti di ognuno di noi. C'era una signora di Napoli, che si era infortunata al ginocchio e stava sulla sedia a rotelle, spinta da una signora più grande che lo faceva anche per poggiarsi un po' e che aveva gli occhi pieni di lacrime per la stanchezza. Quando mi ha detto che aveva fame e voleva sedersi non ci ho visto più! Al primo tizio di Air France che ci è passato vicino ho fatto una sparata in mezzo all'aeroporto che penso se la ricorderà a vita.
Dopo cinque minuti sono arrivati con gli scatoloni pieni d'acqua e buste di patatine. Sorvoliamo...
Non la voglio portare per le lunghe. Non so quante ore di fila abbiamo fatto, non so quante volte abbiamo dovuto alzare la voce. Ci hanno smistati in voli diversi per farci raggiungere la nostra destinazione. Chi faceva uno scalo, chi ne faceva due, chi ne faceva tre, chi partiva il giorno dopo... il caos.
Noi ormai avevamo perso il treno che da Milano ci avrebbe portati a casa e avremmo voluto un volo che ci portasse il più vicino possibile. Ma ormai la notizia dell'attentato si era diffusa, Air France si è liberata di ogni responsabilità, trattandoci con indifferenza, come se ci stessero facendo un favore a piazzarci su un volo. 
Alla fine siamo riusciti ad ottenere un New York - Roma, con scalo a Londra.
Sempre più tardi avremmo saputo che alcune persone ritornate l'indomani mattina per imbarcarsi hanno dovuto aspettare un altro giorno prima di ritornare a casa.
Ero talmente esausta che non riuscivo a trattenere le lacrime.
Una volta sull'aereo, ho appoggiato la testa al finestrino e mi sono accasciata. Durante il volo ci sono state violente turbolenze, soprattutto in corrispondenza del Canada, ma a me non importava nulla.
Tornare a casa è stata una sensazione strana. I giorni a New York erano stati così meravigliosi che pensavo di deprimermi non appena avessi messo piede su suolo italiano ed invece il sollievo, dopo tutto quello che avevamo passato, è stato enorme.
Ma la depressione, ovviamente, sarebbe arrivata lo stesso, solo qualche giorno dopo.
La cosa positiva di tutto questo è che la compagnia ha dovuto risarcirci, ma con un voucher che avremmo dovuto spendere entro Gennaio 2016 per un altro viaggio. Ed è da questo che nasce MikiInTheBigApple 2.0.
Mancano 10 giorni esatti alla partenza. New York, stiamo tornando a casa!



Alla prossima,