Eh già, l'appuntamento con la rubrica è slittato di una settimana, considerato che lunedì scorso era pasquetta, e quindi oggi eccoci qui con l'articolo scritto da Michele del bellissimo blog Mr Ink. Diario di una dipendenza.
Buona lettura!
22 Febbraio 2013.
Notte di stelle e paparazzi. Notte di fotografi e abiti eleganti. Notte di
festa e cinema: la notte degli Oscar.
Non sono mancate
le sorprese e le risate. Quelle ci sono sempre, anche a Los Angeles.
Chi è la diva con
il vestito più bello, quella con il vestito più brutto, quella con il vestito
talmente corto ed indecente da essere stato dato per disperso nella folla di
flute di champagne e smoking maschili. Chi è la diva più brava.
Sale sul palco
Christopher Plummer, di cui ogni singola ruga e ogni singolo capello bianco lo
rendono una leggenda in terra. Sarà lui a svelare il nome della “migliore
attrice non protagonista” in un anno di grande cinema. Dall'alto del palcoscenico
premierà l'unica che, in dieci minuti di apparizione complessivi, è riuscita a
rubare la scena ad attori che, bravi ed instancabili, hanno dato il meglio di
sé per ore e ore di pellicola.
Appena una comparsa, ma in grado rubarti il
cuore e il cervello. Di incantarti perdutamente e farti piangere
inevitabilmente.
In platea, donne di età diverse e con vissuti diversi, sono in
attesa. Grandi attrici in fila come dal dentista: tese e segretamente
speranzose, come se quella fosse la prima volta sotto i riflettori. Tutte
aspettano, ma Cristopher chiama un solo nome.
Silenzio, poi applausi, poi un
avvolgente e intensa colonna sonora fatta partire come per magia dai registi
dello show. Le telecamere si perdono per qualche attimo. Dalla poltroncina
rossa dovrebbe alzarsi, vittoriosa, una giovane donna, ma quella che io vedo è
una ragazzina impacciata. Finita lì per caso. Dalla sua cameretta rosa,
tappezzata di poster di attrici e attori famosi, al Red Carpet.
Capelli crespi,
occhiali tondeggianti, una divisa scolastica che termina in una gonna a scacchi
blu e in un paio di calzettoni neri. Si guarda intorno confusa, muove primi
passi incerti e poco eleganti. Cerca approvazioni. Al passo successivo è un
bellissimo cigno. Una principessa felice in una commedia Disney.
Era il 2001 e
lei, da secchiona a erede al trono, aveva regnato felicemente sul regno di
Genovia in Pretty Princess e nel sequel Principe azzurro cercasi,
con un'anziana e sempre affascinante Mary Poppins come nonna d'eccezione. Con i
suoi occhi grandi ed innocenti aveva cercato di affermarsi, aveva cercato
approvazione: l'aveva trovata nella folla di bambini e bambine, ragazzi e
ragazze, mamme e papà che, come se fosse la protagonista di un classico
natalizio per la TV, l'avevano vista piangere, ridere, innamorarsi e sbocciare
all'infinito sotto la direzione dal regista di Pretty Woman, Garry
Marshall. Nessuno si è ancora mai stancata di vedere quel film non-stop.
Poi, sempre più
grande e professionale, ma comunque vicina a un mondo di favole, ha recitato da
protagonista in Ella Enchanted, avvolta in abiti lunghi e dai colori
pastello, da una colonna sonora che aveva messo alla prova la sua limpida voce
con i successi dei Queen ed Elton John, dalle braccia di un principe che – in
groppa a un unicorno bianco – correva per spezzare l'incantesimo che la rendeva
schiava di ogni ordine, di ogni parola.
Mentre gli
applausi continuano solo per lei, mette un passo dietro l'altro con una grazia
acquisita d'un tratto. Tacchi alti, frangia bruna, sorriso più aperto e luminoso.
Gli scandali
arrivano con il nudo in Havoc-Fuori Controllo, il successo con la
brillante interpretazione in I segreti di Brokeback Mountain, la
consacrazione definitiva con il patinato e divertentissimo Il Diavolo veste
Prada.
E' un simpatico e
sbadato agente segreto in Casino Totale, un'audace psicologa tra i
misteri e gli spettri di Passengers – Mistero ad alta quota, un'inedita
Jane Austen in Becoming Jane. L'autrice di Orgoglio e Pregiudizio,
Emma e Ragione & Sentimento rivive nei suoi gesti, nella sua naturale
dolcezza, nella sua interpretazione che dà umanità e vita a un mito di donna, a
una leggenda di scrittrice.
Mentre già ha in
programma il ruolo di sposa sull'orlo di una crisi di nervi nel disimpegnato Bride
Wars, una parte in Appuntamento con l'amore e una parrucca biondo
platino ed un abito bianco nelle vesti della Regina Bianca di Alice in
Wonderland, arriva la prima nomination agli Oscar. Rachel sta per
sposarsi: un melodramma indipendente, amato dai critici e un po' meno dagli
spettatori come il sottoscritto, in cui lei diventa Ky, una tossicodipendente
che, abbandonate le follie della riabilitazione, si trova coinvolta nelle
follie dell'organizzazione del matrimonio della sorella. Quella volta non
vince, ma continuano a piovere fortunati ingaggi.
Sempre più donna,
si mette a nudo nella commedia sentimentale Amore e altri rimedi.
L'alchimia tra lei e Jake Gyllehaal è qualcosa di fuori dall'ordinario. Si
amano con trasporto, completamente, ma sono così belli insieme che non fanno
alcuno scandalo. Lei è fine ed elegante anche senza i vestiti addosso, grazie a
una sceneggiatura intelligente e ad una prova attoriale sexy e struggente al
tempo stesso. Ricordo ancora una scena in cui, affetta precocemente dal morbo
di Parkinson, non riuscendo a combattere il tremare delle sue mani, lascia
frantumare a terra un bicchiere di vetro. Urla per la disperazione, per
l'impotenza. E io ho avuto i brividi ovunque, fino alla conclusione.
Evidentemente è
destino che mi riduca a una valle di lacrime, non lo so. Il suo film
successivo, infatti, è One Day, tratto dal capolavoro di David Nicholls.
Lei è Emma. Uno dei miei personaggi preferiti, per uno dei miei libri
preferiti, per una delle mie attrici preferite. Un trio decisamente vincente!
La vediamo crescere sul grande schermo nell'arco di un solo film: dai capelli
cotonati degli anni '80, dal suo amore per le boy band degli anni '90 a uno
sbarazzino taglio da maschietto, al giorno d'oggi. Incredibili ed unici, lei e
il suo partner Jim Sturgess, nel finale, mi hanno distrutto.
Il momento è quasi
giunto. Manca solo un ultimo step per vederla oggi, fiera e vittoriosa in cima
al palco. Il suo penultimo film è Il ritorno del cavaliere oscuro, il
capitolo conclusivo della trilogia di Cristopher Nolan. La sua timidezza e il
suo sorriso contagioso questa volta non sono richiesti nel copione: è la
sensuale, letale, scaltra Catwoman. Un girocollo di perle, una tutina attillata
che sta certamente meglio a lei che al massiccio Batman, una ruggente
motocicletta da domare. Alcuni, forse per la prima volta, l'hanno ritenuta
fuori parte. Ma io, per la prima volta, mi sono concesso la visione del
kolossal di Nolan. Solo perché c'era lei.
E infine eccola.
Sulla vetta. Così diversa da quando l'avevamo vista la prima volta.
Alla fine del suo
percorso, eppure soltanto all'inizio. Ha appena trent'anni, ma il suo nome già
è dappertutto.
Sale sul
palcoscenico sollevandosi il bordo sottile dell'abito con la mano esile.
Ringrazia il presentatore e, con l'Oscar in mano, si volta verso il pubblico.
Verso noi.
E' Anne Hathaway.
Ha i capelli cortissimi, da elfo, uno stretto vestito color avorio, la pelle
bianca, il sorriso e gli occhi infiniti come l'oceano che tante volte avrà
sorvolato.
E' magrissima, ma
ha detto addio alle sue forme floride solo per esigenze di copione. Lo giura.
Pesa undici chili in meno, ma è felice. Perché ha recitato nel film della sua
vita. Perché ha avuta il ruolo che, anni prima, a teatro, era stato di sua
madre.
In Les
Miserables ha dato la voce e l'anima. Il suo ruolo, quello di Fantine, è
uno dei più brevi ed infelici dell'opera. Ma uno dei più indimenticabili. Senza
più capelli, denti, dignità e sogni, è una donna non destinata al lieto fine.
Urla contro un amore subito tramontato, un Dio crudele e una figlia lontana dai
suoi abbracci. Lei canta, lo spettatore la accompagna in un coro di singhiozzi.
Le sue labbra screpolate, poco attente ai virtuosismi, diventano un taglio per
sputare fuori ogni dolore. E vederla così - piccola come un uccellino,
indifesa, con i capelli rasati a zero, il volto emaciato per i troppi chili
persi e quegli splendidi occhi nocciola mai così grandi e umidicci – ferisce a
morte, ti uccide.
Adesso, scherza
col regista in un modo tutto suo, ringrazia il compagno d'avventura Hugh
Jackman, la sua amata famiglia. Dichiara ancora e ancora il suo amore per il
marito, l'attore Adam Shulman: l'uomo
che ogni giorno rende la sua vita degna di essere vissuta. Hanno rimandato
perfino il giorno del matrimonio, quei due: Anne non ha voluto sposarsi prima
che i suoi capelli ricrescessero un po'. In testa aveva una sottile lanugine
bruna, alla fine, ma era magnifica comunque.
Piccola, emaciata, ma con uno
sguardo luminoso come stelle a portata di mano. Secondo alcuni, è lei la nuova
Audrey. Non posso che concordare...
Questi paragoni a
lei non piacciono, come non le piace che ogni sua parola sia catturata dai
giornalisti. Invece dovrebbe, perché quando si parla di lei in prima pagina non
ci sono mai scandali e sordidi segreti. Ma alcuni, mossi da un astio cieco,
stupido e del tutto inspiegabile, attaccano ogni sua parola. Sono partite prima
parodie a raffica della sua meravigliosa I dreamed a dream, poi sono
volate parole pesanti. Sul suo abbigliamento, su qualche lacrima di troppo che
le è balenata sul viso la notte della premiazione, sul fatto che – con i suoi
discorsi semplicissimi, considerati spesso forzatamente edulcorati – sia
un'offesa per la donna emancipata. E solo perché, commossa, si era augurata che
storie come quella della sua Fantine rimanessero tragedie lontane da una realtà
che, in cuor suo, vuole solo più pulita. Certa gente, evidentemente, ha una
cattiva parola per tutti, ma lei ribatte: «Lo
ammetto, mi hanno ferito, ma nella vita c’è sempre il rovescio della
medaglia, e io cerco di concentrarmi sul lato positivo».
Anne dà buoni esempi;
dall'alto del suo metro e settantatré guarda tutti dall'alto in basso, ma non
giudica. E' cresciuta in una famiglia di artisti, in una casa che praticamente
era un teatro. Ha vissuto con un fratello maggiore gay, e ha imparato – sotto
la guida di una famiglia aperta ed esemplare – che unicità e diversità sono in
assonanza. Lei, educata da genitori cattolici, si è allontanata da una Chiesa
che nel 2013 non vuole ancora capirlo. Vuole solo che suo fratello sia felice.
Che come lei conosca l'emozione di dire sì sull'altare, accanto alla persona
della sua vita. Uomo o donna? Poco importa. Degno di nota il suo discorso:
«Nella mia famiglia essere gay non è mai stato un problema. Quando mio fratello
ha fatto coming out, l'abbiamo abbracciato, gli abbiamo detto di amarlo ed è
finita lì. Per la cronaca, noi non crediamo ci sia nulla di alternativo nei
nostri valori familiari. Ci sono persone che han detto che sono coraggiosa a
supportare apertamente il matrimonio e le adozioni gay. Con tutto il dovuto
rispetto, disapprovo umilmente. Io non mi comporto in modo coraggioso, mi
comporto da essere umano decente. L'amore è un'esperienza umana, non una
dichiarazione politica».
Comincio col fare i miei complimenti a Michele per il modo coinvolgente con cui traccia i suoi ritratti. Ne avevamo avuta una dimostrazione QUI e quella di oggi è "solo" una conferma.
Anne Hathaway è una delle mie attrici preferite da tempo e attraverso gli occhi di Michele sono riuscita a vedere in lei un esempio di forza di volontà, semplicità e amore.
Spero che l'articolo vi sia piaciuto almeno quanto è piaciuto a me.
Vi ricordo che i blog che ospitano la rubrica, oltre a MikiInThePinkLand e Mr Ink. Diario di una dipendenza, sono:
- BooksLand
- Stasera cucino io
- The Pauper Fashionist
- Francy lettrice sognatrice.
Per qualsiasi suggerimento, informazione o critica potete rivolgervi a me all'indirizzo imaginary82@hotmail.it o a Monica all'indirizzo moki418@hotmail.it
Alla prossima
davvero molto bello questo post...vado a sbirciare anche sugli altri blog...
RispondiEliminakiss e buon inizio settimana
vendy
NEWS ON MY BLOG!!!
follow me on:
the simple life of rich people blog
twitter @simpleliferichP
instagram @thesimplelifeofrichpeople
Sono contenta che ti sia piaciuto, Michele scrive davvero molto bene.
EliminaChe ritratto! Lei è una delle mie attrici preferite...è bellissima ed estremamente talentuosa!
RispondiEliminaPiace tantissimo anche a me sia come persona che come attrice.
EliminaBella, brava e modesta! Cosa vogliamo di più?
RispondiEliminaChe ce ne fossero di più? XD
EliminaBel ritratto complimenti! adoro anne e la sua prova nei miserabili è stata fantastica premio strameritato!
RispondiEliminaNe I Miserabili è da brivido, mi ha fatto dimenticare, quasi, anche l'interpretazione di Charlotte Geinsburg che ha avuto lo stesso ruolo.
Elimina<3 <3 <3 che poi a me non mi piace più di tanto Anne Hathaway... nooo, nemmeno un pò... è solo la seconda donna che mi piace di più al mondo... <3 <3 <3
RispondiEliminaEd io dovrei credere di essere al primo posto DOPO DI LEI??? -__-"
EliminaAnne è una splendida attrice, ho visto vari suoi film ma ce ne sono due che mi sono rimasti nel cuore Amore e altri rimedi e One Day, cavoli quanto ho pianto! Però sono magnifici e lei è fenomenale in entrambi.
RispondiEliminaNonostante in One Day sia bravissima, è un fil che non mi è piaciuto. Amore e altri rimedi invece è meraviglioso.
EliminaÉ un'attrice meravigliosa, bello il tuo post e la tua rubrica!!!!!!
RispondiEliminaGrazie mille Paola. Vado molto fiera della nostra rubrica.
EliminaBella, ma sopratutto bravissima!!! ^_^
RispondiEliminaAssolutamente sì.
Eliminache bel post davvero dettagliato
RispondiEliminaDettagliato, ben scritto e coinvolgente. Complimenti a Michele.
EliminaA porposito di Anne mi sto riguardando per la trilionesima volta il diavolo veste Prada!Lei è favolosa..bella,brava e con un visino dolce e frizzante!grazie per gli auguri! baciotto Eli
RispondiEliminaLa adoro in quel film ^__^
EliminaMi stava persino antipatica un tempo :) C, xoxo.
RispondiEliminaLePetitMondeDeC
Facebook
BlogLovin
Davvero? Perché?
Elimina