Dopo un'odissea di cui vi racconterò presto, sono tornata a casa ed ora devo cercare di capire che giorno sia, che ora sia ed in che continente io mi trovi. Prima o poi ce la farò!
Questo post era programmato per il 5 Gennaio e non so per quale motivo è rimasto nelle bozze ed io me ne sono accorta solo adesso, quindi comincio col chiedere scusa a Francesca del blog Franci Lettrice Sognatrice, che è l'autrice dell'articolo di oggi, dedicato a Roberta Benetti.
Senza indugiare oltre, vi lascio alle sue parole. Buona lettura!
Questo mese vi voglio parlare di una
ricercatrice dell'Università di Udine che ha fatto una scoperta
importantissima, che spero possa essere applicata molto presto.
Sto parlando di Roberta Benetti.
Quando ho letto la notizia tempo fa ho
deciso che sarebbe stata lei la protagonista di Ritratto di Signora, perché la
ricerca su cui sta lavorando mi tocca personalmente.
Ho perso anni fa a causa di un tumore
mio zio, poi è stata la volta di mio nonno, di mio padre e più recentemente il
mostro si è preso anche l'altro mio nonno.
Non è facile per me parlarne, essendo
molto riservata, anche perché riapre uno squarcio nel cuore che è tenuto
chiuso con un cerotto malandato che si stacca facilmente e infatti non posso
negarvi che in questo momento i rubinetti delle lacrime si sono aperti, però
aprire una finestra sul mio mondo mi serve per farvi capire quanto questa
ricerca sia importante per me e per tutti.
Sapere che ad una persona a cui vuoi bene
viene diagnosticato un tumore è come cadere in un precipizio e non sapere se
qualcuno verrà ad aiutarti, è una cosa terribile che ti fa aggrappare solo alla
speranza, speranza che non soffra, speranza che guarisca, speranza che se anche
è un tumore terminale venga scoperta la cura in quel momento.
La vita diventa in bianco e nero perché
fa male vedere la persona soffrire, cambiare sia nell'aspetto, che nel
carattere a volte e non poter fare più di tanto e quando arriva la notizia che
purtroppo è venuto a mancare cambi un po' anche tu, non sei più la stessa e la
vita è un po' meno bella.
E ora cerco di chiudere i rubinetti e
parlarvi di Roberta e della speranza che ha acceso.
Roberta, 37 anni, nel 2010 insieme ad
altri ricercatori ha scoperto la molecola miR-335, una piccola molecola di RNA,
responsabile della sintesi e delle funzioni della proteina Rb, coinvolta nella
protezione dello sviluppo dei tumori. Questa molecola potrebbe quindi bloccare
la proliferazione tumorale!
La molecola poi influisce
in modo diretto nel bilanciare il delicato equilibrio di protezione contro lo
sviluppo tumorale, perché intacca attraverso l’indiretta influenza anche
sull’oncosoppressore p53, gli effetti di due fondamentali proteine note per
essere deregolate nella genesi dei tumori.
L'obiettivo è perciò curare il cancro
con molecole prodotte dal nostro corpo, che andrebbero ad attaccare solo le
cellule tumorali evitando forse di ricorrere alla chemioterapia e radioterapia
e ai loro effetti collaterali.
Dare e ricevere amore come mamma e moglie mi fa lavorare meglio, mi
avvicina a capire meglio chi se ne deve privare troppo presto
Non si sa quando questo studio -
pubblicato sulla rivista Cancer Research dell'American Association for Cancer
Research e sostenuto dall'AIRC (Associazione italiana per la ricerca sul
cancro) - potrà essere messo in pratica negli ospedali, ma spero molto presto,
perché potrebbe aiutare le persone malate di cancro a soffrire un po' meno
e inoltre sapere che ci sono persone che
stanno lavorando nel campo dei tumori fa
sentire meno soli e apre la speranza ad altri importanti obiettivi nella lotta
contro il cancro.
Roberta sulla ricerca in generale ha
detto che è frenata da scarse risorse da parte dello Stato - cosa che mi fa
arrabbiare tantissimo, perché sono questi campi che lo Stato dovrebbe aiutare
se ci tiene davvero ai suoi cittadini e anche a se stesso – ed è grazie ai
ricercatori se la ricerca sul cancro in Italia rimane ad alti livelli.
Un enorme grazie a queste persone!
Un bacione,
Franci
bibliografia
Ringrazio Francesca per aver trattato questo argomento ed averlo fatto condividendo con noi il suo dolore e la sua devastante esperienza. So perfettamente cosa significhi per una persona e per una famiglia la diagnosi di tumore. Per alcuni la chirurgia e la chemio/radioterapia sono decisivi, per altri purtroppo non bastano ed è la ricerca di persone come la dottoressa Benetti che tengono accesa la speranza che un domani non troppo lontano possa porre fine a tante perdite ed a tanto dolore.
Vi ricordo che potete trovare la rubrica anche nei blog
- BooksLand
- Stasera Cucino Io
- Un Libro per Amico.
Al prossimo mese,
Miki, Monica, Franci, Fede e Daniela.
Sono molto toccata da questo post, è sempre difficile perlare di questo argomento senza aprire i rubinetti delle lacrime. Mando un caloroso abbraccio a Francesca, l'articolo mi ha molto interessato.
RispondiEliminaA chi lo dici. Però parlarne e importantissimo e Francesca ha avuto tanto coraggio e forza per condividere la sua esperienza.
EliminaBravissime bisogna parlarne. Anch'io sono molto interessata. Qui vi lascio un link http://www.jackandraka.com/#!about/c1mlu così come questo ragazzo ci saranno tantissimi ma l'informazione non circola e gli stati non stimolano questo tipo di conoscenza... E' proprio un peccato che la ricerca Italiana sia all'avanguardia ma non considerata come tale dallo stato.
RispondiEliminaUn abbraccio e continuo con la mia ricerca, calorosi abbracci a presto. Patricia